La Commissione europea sta lavorando a una strategia per la resilienza in materia di gestione delle acque, con riflessi diretti e indiretti per il settore agricolo.
In un recente rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente si legge che l’agricoltura è il settore con il più forte impatto sullo stato delle acque superficiali e sotterranee.
I ricercatori hanno calcolato che lo stress idrico interessa approssimativamente il 20% del territorio dell’Unione europea e il 30% della popolazione in media ogni anno.
Le condizioni di vulnerabilità interessano in particolare il Sud del Continente, le metropoli, le aree dove c’è un utilizzo intensivo dell’irrigazione e le località turistiche.
Non c’è però solo un problema di scarsità e di crescenti situazioni di stress idrico per il futuro, ma è necessario fare i conti anche con il rischio di inondazioni e alluvioni.
2050, obiettivo resilienza
La definizione di una strategia di resilienza per l’acqua è stata preceduta da un documento di visione a lungo termine, varato dal Collegio dei Commissari nel 2023, nel quale si individua l’obiettivo di raggiungere la resilienza dell’acqua e perseguire la sicurezza di approvvigionamento per l’intera società entro il 2050. Tra le principali sfide da affrontare vi è quella di riattivare il corretto ciclo dell’acqua, utilizzando gli strumenti introdotti di recente con il regolamento sul ripristino della natura e la prevenzione dell’inquinamento.
Contributo agricolo alla strategia
Gli agricoltori sono chiamati a fornire un loro contributo, su diversi fronti. il dossier chiede agli agricoltori di utilizzare pratiche agricole tali da tutelare la risorsa acqua. Il secondo approccio al quale la Commissione europea guarda con favore è l’introduzione di pratiche per rafforzare la resilienza dell’acqua.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 1/2025
Il ruolo agricolo nella strategia UE per l’acqua
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