La vite (Vitis vinifera L.) è stata descritta come specie relativamente tollerante al deficit idrico con un’ampia varietà di comportamenti in risposta a tale stress.
In molte piante, a livello fisiologico, la chiusura degli stomi è una delle risposte primarie per prevenire pericolose disidratazioni.
In base alle modalità con cui ciò avviene è stata proposta una classificazione delle piante in iso o anisoidriche, a seconda che siano in grado di mantenere il potenziale idrico fogliare costante chiudendo gli stomi, oppure di rispondere con una rapida diminuzione del potenziale idrico mantenendo quindi gli stomi aperti per periodi più prolungati.
Questa classificazione, tuttavia, per la vite non sembra essere esaustiva e il dibattito è ancora aperto: recenti studi hanno evidenziato che l’influenza del genotipo ha un peso notevole e che varietà diverse sono in grado di fronteggiare in maniera diversa condizioni di scarsa disponibilità idrica.
Dai nostri studi (CREA – Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia) abbiamo evidenziato che l’effetto del deficit idrico (water deficit, WD) è dipendente da diversi fattori: condizioni climatiche durante la fase di crescita, condizioni del suolo, tempi di somministrazione irrigua, ma anche genotipo della varietà e del portinnesto utilizzato.
Deficit idrico e qualità di varietà differenti
Il primo step del lavoro è stato quello di valutare la diversa risposta a un ridotto apporto irriguo di tre varietà da tavola apirene (Autumn royal, Summer royal e Crimson seedless) in combinazione con i portainnesti 140Ru e 34EM, scelti con caratteristiche agronomiche differenti e maggiormente diffusi negli areali di coltivazione pugliesi.
Complessivamente i risultati evidenziano che sia il genotipo del portinnesto sia il livello di irrigazione hanno un’influenza diretta sulla qualità delle uve, sia su parametri come la dimensione della bacca o la resistenza al distacco, sia sulla composizione chimica dei grappoli in condizioni di restrizione idrica. Inoltre, le cultivar innestate sul 140Ru hanno mostrato parametri qualitativi migliori rispetto alla combinazione con il portinnesto 34EM.
Sulla base di questi risultati abbiamo impostato una seconda prova per confrontare due varietà innestate sullo stesso portinnesto 140Ru.
Autumn royal, valutatata nella prima prova, è stata confrontata con Italia, varietà di riferimento nell’areale di coltivazione delle uve da tavola.
A conferma di quanto osservato nella prova precedente, la riduzione di apporto irriguo influenza il potenziale idrico fogliare e complessivamente lo stato idrico della pianta peggiora, sebbene il declino del potenziale idrico sia più rapido per Autumn royal rispetto alla cv Italia.
Confrontando i dati fisiologici abbiamo costatato che la condizione di deficit idrico porta a una diversa percezione dello stress idrico da parte dalle due varietà e risulta in una migliore efficienza intrinseca di uso dell’acqua in Autumn royal, rispetto a Italia.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 28/2019
Varietà di uva da tavola: quale risposta allo stress idrico
di M.F. Cardone, C. Bergamini, F. Alagna, C.R. Catacchio, P. Crupi,
M. Ventura, D. Antonacci, R. Velasco, R. Perniola
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