L’offerta europea di pesche e nettarine per la stagione 2020 si stima al di sotto di 3,2 milioni di tonnellate, con un calo del 17% rispetto al 2019. Le tradizionali previsioni sulla campagna di Europêch 2020 sono state presentate il 22 maggio scorso durante una conferenza stampa online organizzata da Arefhl, l’Assemblea delle regioni europee dell’ortofrutta, con la partecipazione di Cso Italy, che ha fornito le stime per l’Italia.
Tutti i Paesi produttori evidenziano volumi inferiori rispetto all’anno scorso e alla media del periodo 2014-2018 (-7%), a causa delle temperature miti registrate durante l’inverno, che hanno di fatto compromesso l’omogeneità del carico dei frutti sulle piante. A limitare ulteriormente le produzioni hanno concorso le gelate di fine di marzo-inizio di aprile, soprattutto nel Nord Italia, ma anche in Aragona, Catalogna, Valle del Rodano e Macedonia.
Se si escludono le percoche, il calo risulta ancora più evidente. Si prevedono infatti volumi di poco al di sopra di 2,4 milioni di tonnellate, ovvero il 19% in meno rispetto allo scorso anno e alla media 2014-2018.
L’Italia è stata la più colpita dalle gelate, in particolare nel Nord. Ma c’è un altro fattore importante nella determinazione dell’atteso calo produttivo di pesche e nettarine: la riduzione delle superfici dedicate (-5%), un trend peraltro già evidente da diversi anni nella maggior parte dei bacini produttivi.
Le stime 2020 di pesche-nettarine (escluse percoche) si attestano dunque per l’Italia – come ha evidenziato Elisa Macchi, direttore di Cso Italy – a poco meno di 820.000 tonnellate, in flessione del 28% rispetto al 2019. Il calo delle percoche raggiunge il 44% sullo scorso anno.