Piccoli frutti: redditività buona se ben gestiti

In Italia si è sviluppato un forte interesse nei confronti dei piccoli frutti. Alla luce del confronto tra prezzi e costi medi di produzione, la redditività delle principali specie di piccoli frutti appare attualmente interessante, sebbene l’approccio alla coltivazione debba essere consapevole delle elevate spese e della puntuale organizzazione del lavoro che queste richiedono.
L’investimento iniziale per una superficie di 1.000 m², è di circa 12.000 euro per il lampone, a 14.000 euro per la mora e a oltre 15.000 euro per il mirtillo.
L’elevato carico di lavoro annuale e la puntualità di esecuzione richieste dalle varie operazioni colturali impongono uno sforzo organizzativo importante. La raccolta a oggi è gestibile solo manualmente e pesa fra l’80 e il 90% dei costi complessivi per il lavoro e fra il 45 e il 60% del costo totale di produzione.
Le spese generali e gli ammortamenti (sia che dell’impianto che dei mezzi meccanici impiegati) determinano una spesa di poco superiore a 2.000 euro per 1.000 m². Il prezzo d’uso del capitale fondiario è marginale rispetto al totale.
I prezzi medi di liquidazione ammontano a circa 7,20 euro/kg per il lampone, 5 euro/kg per il mirtillo, 4,40 euro/kg per la mora precoce e 5,30 euro/kg per quella tardiva. Con questi livelli di prezzo, i costi di produzione risultano integralmente coperti.
Inoltre si genera anche un margine di profitto compreso fra poco più di 400 euro per la mora precoce e quasi 1.000 euro per il lampone rifiorente sempre riferito a 1000 m² di superficie.

Per ricavarsi quote di mercato è indispensabile che l’offerta nazionale sia il più possibile coesa e organizzata. Altrettanto importante è il mantenimento di un livello qualitativo molto alto.
Il consumatore è in grado di attribuire un premium price al prodotto nazionale di valore, quando disponibile.

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 23/2024
Piccoli frutti: redditività buona ma serve alta professionalità
di Alessandro Palmieri
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