Si è conclusa con oltre 1.300 visitatori la 2ª edizione di Olivo in Campo svoltasi il 15 e 16 ottobre scorsi a Canosa di Puglia (BAT), all’interno dell’azienda agricola Posta Locone e organizzata da Edizioni L’Informatore Agrario in collaborazione con Agromillora.
L’evento è diventato un punto di riferimento nazionale per l’innovazione tecnica e tecnologica in olivicoltura. E quest’anno si è arricchito di contenuti internazionali grazie alla presenza di Juan Villar, esperto di olivicoltura e docente di economia all’Università di Caen (Spagna).
Villar ha ricordato che la coltivazione dell’olivo è soggetta a una fase di espansione, in termini di superfici di nuovi impianti realizzati, tra le più spinte tra tutte le colture arboree al mondo. Solo in Portogallo, il Paese del Bacino del Mediterraneo più attivo, ogni anno decine di migliaia di ettari di olivi vengono messi a dimora e con una superficie di meno di 350.000 ha produce tanto olio extravergine di oliva quanto l’Italia, che con il suo milione di ettari è il terzo Paese per superficie e il quinto per produzione.
L’analisi di Villar ha indagato anche il possibile trend delle quotazioni dell’oro «verde» nei prossimi mesi. Guardando a fine dicembre, secondo l’esperto, le quotazioni potrebbero ritracciare di 1,1,5 euro/kg, ma tutto dipende dalle previsioni di raccolta nei Paesi che inizieranno la campagna a gennaio 2025.
I numeri sembrano rivelare che nonostante gli attuali prezzi la competitività all’interno del settore è destinata a crescere. Per questo è necessario oggi investire per la produttività e il contenimento dei costi di produzione di domani. Sia che si tratti di realizzare impianti completamente meccanizzati sia che si tratti di meccanizzare, nutrire, irrigare e difendere gli oliveti tradizionali Olivo in Campo è stato in grado di «mostrare» le soluzioni più avanzate.
La due giorni pugliese è stata anche occasione di confronto tra gli operatori professionali del settore, provenienti da tutte le regioni del Centro e del Sud Italia: dagli olivicoltori professionali ai tecnici di campo, fino ai produttori di macchine, attrezzature e mezzi tecnici. L’evento, l’unico a levatura nazionale inerente alla filiera olivo e olio, ha coinvolto oltre 40 espositori con più di 80 macchine delle quali molte in movimento.
Gli workshop
La formula dell’evento ha previsto l’alternanza tra momenti di formazione in sala a tour guidati alle innovazioni con dimostrazioni dinamiche in oliveto.
Per quanto riguarda la formazione il tema che ha guidato i 5 workshop, tenuti dai principali esperti nelle varie materie e collaboratori de L’Informatore Agrario, è stata l’innovazione al servizio della redditività e della sostenibilità in oliveto.
Durante più di un workshop è emerso chiaramente che il livello medio di meccanizzazione degli impianti olivicoli, nella maggior parte delle aziende italiane, ancora non raggiunge livelli adeguati.
Questa criticità si ripercuote ovviamente sul costo di produzione delle olive: a titolo di esempio basti sapere che il 60% dei costi totali annui in un oliveto tradizionale è rappresentato dalla manodopera, percentuale che si dimezza con l’oliveto intensivo.
Di conseguenza, massimizzare la produzione media e ridurre al minimo i tempi di esecuzione della raccolta e della potatura (i maggiori costi colturali) diventa una necessità fondamentale per la redditività di questa coltura.
Le soluzioni tecnologiche per agevolare e rendere più efficienti le varie operazioni agronomiche in oliveto non mancano, vanno però dimensionate in modo razionale in base alle caratteristiche dell’azienda.
Sul fronte della avversità, gli esperti hanno evidenziato come il cambiamento climatico stia facendo riemergere problematiche da Colletotrichum gloeosporioides (fungo che causa la cosiddetta lebbra dell’olivo) e Pseudomonas savastanoi, batterio responsabile della rogna ma anche insetti come la margaronia. Insetticidi e fungicidi disponibili sono sempre meno, per cui a oggi il monitoraggio e, quando possibile, la prevenzione, sono le strategie principali per affrontare queste problematiche.
Durante i workshop si è parlato, ovviamente, anche di Xylella fastidiosa: oggi in Puglia l’area interessata dai focolai è circa 8.000 km², il 40% del territorio regionale, ma negli ultimi cinque anni si è avuto un significativo rallentamento della diffusione verso il Nord della regione e, più recentemente, un’attenuazione dell’epidemia nel Sud. Le recenti individuazioni di due nuove subspecie del batterio, multiplex e fastidiosa, indicano che non si può abbassare la guardia, è essenziale continuare con le attività di monitoraggio ed eradicazione.
Tante innovazioni tecniche e tecnologiche
Per conoscere le innovazioni portate a Olivo in Campo 2024 sono stati organizzati nei due giorni di manifestazione dimostrazioni pratiche e tour guidati da esperti de L’Informatore Agrario e MAD-Macchine Agricole Domani con il supporto di Agrimeca Grape e Fruit Consulting.
I partecipanti hanno così potuto vedere all’opera sia in oliveto tradizionale che ad alta densità le tecnologie proposte da oltre 40 espositori destinate all’impianto dell’oliveto, alla gestione del suolo e dei residui di potatura, alla difesa con particolare attenzione alla riduzione della deriva sino alla potatura.
Grande attenzione è stata riservata ai sistemi di raccolta meccanica o agevolata, soluzioni in grado di ridurre i costi di produzione e di limitare gli effetti della carenza di manodopera, alcune delle quali presentate in anteprima proprio a Olivo in Campo: accanto agli abbacchiatori e agli scuotitori destinati agli oliveti tradizionali i visitatori hanno potuto vedere al lavoro raccoglitrici scavallanti, sia trainate che semoventi, destinate agli impianti superintensivi.
Particolare interesse hanno suscitato le soluzioni che guardano all’olivicoltura del futuro: tra queste un robot in grado di eseguire in autonomia un trattamento fitosanitario e un drone destinato all’irrorazione di prodotti liquidi, quali i fertilizzanti, e di insetti utili nell’attesa che anche in Italia venga autorizzata la distribuzione di agrofarmaci.
Olivo in Campo non guarda però solo alla meccanizzazione, ma vuole essere una vetrina delle migliori soluzioni a 360° per l’oliveto. Durante i tour guidati sono state illustrate le innovazioni proposte dagli espositori nei settori della fertilizzazione, biostimolanti in primis, della difesa con focus sugli agenti di biocontrollo, del vivaismo e degli strumenti digitali.