L’inerbimento nei vigneti è una pratica utilizzata con l’obiettivo di salvaguardare la struttura del suolo, controllare la crescita delle infestanti, ridurre l’erosione superficiale e migliorare il contenuto di sostanza organica nel terreno.
A oggi, tale pratica risulta ancora poco utilizzata nei vigneti a uva da tavola della Puglia, e ancora meno utilizzate sono le varie strumentazioni per controllare lo stato idrico del suolo e/o della pianta per un’irrigazione più efficiente.
Pro e contro
Nella pratica dell’inerbimento, l’impiego delle leguminose in combinazione con l’irrigazione a goccia ha effetti positivi sia per la sostanza organica sia per le sostanze nutritive rilasciate, in particolare azoto.
La presenza dell’inerbimento migliora la capacità di ritenzione idrica e si ha una sostanziale riduzione dell’erosione superficiale, problema quanto mai ricorrente in seguito a eventi piovosi di notevole intensità.
Ma se il cotico erboso compete con la vite per acqua e nutrienti, può influenzarne la resa e la qualità produttiva.
Nei vigneti a uva da tavola della Puglia le viti allevate a tendone/ypsilon sono quasi sempre ricoperte da teli plastici per anticipare la maturazione o ritardare la raccolta e la presenza dell’inerbimento può modificare le condizioni microclimatiche del vigneto con effetti sull’attività vegeto-produttiva e, di conseguenza, sul fabbisogno idrico della vite.
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La presenza della vegetazione nell’interfila del vigneto va ad alterare il microclima sia per modifiche della traspirazione sia per gli effetti sull’umidità del suolo.
I parametri microclimatici del vigneto possono essere misurati utilizzando una serie di sensori posizionati: a contatto della vite (foglia, acino, germoglio, ecc.), nell’ambiente circostante (all’interno e/o al di sopra della vegetazione o all’esterno del vigneto) e nel suolo. I dati forniti da queste misurazioni possono rivelarsi utili per capire l’influenza dell’inerbimento su diversi aspetti fisiologici e sul fabbisogno idrico della vite.
La ricerca
L’università degli studi di Bari ha verificato in un vigneto a uva da tavola, gli effetti dell’inerbimento sui fabbisogni idrici gestendo l’irrigazione mediante una rete di sensori wireless per misurare il deficit di pressione del vapore, il potenziale idrico e il contenuto volumetrico di acqua nel suolo. I risultati sono interessanti e positivi in termini di migliore capacità di ritenzione idrica del suolo e riduzione del volume irriguo impiegato.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 11-12/2020
L’inerbimento riduce l’irrigazione per l’uva da tavola
di G. Ferrara, A. Mazzeo, R. Torres
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