Per la diffusione della superficie coltivata ad albicocco sono necessarie innovazioni varietali che soddisfino al meglio le esigenze del consumatore e del produttore. Un calendario ampio e una gamma di offerta variegata possono consentire il salto di qualità a una specie relegata sempre all’ombra del pesco.
L’adattabilità ambientale è stato da sempre uno dei punti deboli dell’albicocco soprattutto al sud, dipendente soprattutto dal fabbisogno in freddo e caldo di ciascuna varietà, che se basso o mal distribuito può comportare un deficit complessivo, con risvolti negativi sulle rese.
In pratica serve lo “sviluppo” di una varietà per delineare un profilo corredato di tutte quelle specifiche, pomologiche, agronomiche, fitosanitarie, ecc. in modo da individuare gli areali ad esse più adatti, ed eventualmente i canali commerciali e le tipologie di filiera verso cui poterle dedicare. Dobbiamo, infine, produrre varietà che producano frutti con buone caratteristiche organolettiche, e con colore completamente rosso del frutto, aspetti molto apprezzati dai consumatori. Con tutti questi caratteri/variabili da tenere in considerazione è chiaro che il lavoro di miglioramento genetico risulta più difficile e impegnativo, in quanto occorre aggiungere altri caratteri a quelli già acquisiti al fine di permettere la coltivazione in aree più o meno estese. Caratteri biologici come l’autofertilità, possibilmente coniugata a fioritura medio-tardiva e abbondante, una rusticità globale, e la resistenza/tolleranza a Sharka debbono essere considerati quando si selezionano e diffondono nuove varietà.
Scelta varietale
La valutazione/validazione varietale necessita di un certo numero di anni di osservazione del comportamento vegeto-produttivo, per cui ogni anno è importante per meglio conoscere il comportamento di quella varietà nel territorio specifico di valutazione.
Come si accennava le produzioni forzate per anticipo della raccolta al sud sono ormai legate a vecchi investimenti per campi a fine ciclo colturale. Per le produzioni in pieno campo, nel periodo extra precoce, con il tentativo di anticipare l’epoca di raccolta ai primi di maggio, si stanno impiantando diverse varietà, principalmente di provenienza spagnola, e quindi caratterizzate da medio-basso fabbisogno in freddo.
La prima varietà da menzionare è Mikado*, interessante per aspetto e pezzatura, ma dal sapore solo medio; segue la varietà Mogador*, che ha trovato nel meridione il suo areale vocato, soprattutto per il limitato fabbisogno in freddo e la fioritura precoce; il frutto è esteticamente molto bello e di media pezzatura; si segnala una certa sensibilità al cracking, si raccomanda di non effettuare una raccolta anticipata, in quanto l’acidità di polpa e buccia è spiccata.
In questo periodo sono state introdotte varietà del Cebas-Csic di Murcia, a maturazione precoce con caratteri del frutto abbastanza in linea con le richieste del mercato, e soprattutto con la resistenza a Sharka, aspetto non da trascurare data la endemicità di questo patogeno nei nostri territori. Dopo le delusioni produttive avute con le prime introduzioni, interessanti prospettive si possono avere con Cebas-57 e Cebas Red, con frutti di buon sapore e sovraccolore, che necessitano di una valutazione completa, visti i pochi anni da cui sono state introdotte.
Nel periodo precoce la, Wondercot* si è distinta per adattabilità a diversi ambienti, per la caratteristica del basso fabbisogno in freddo, però non in tutte le condizioni ha dato risultati produttivi costanti, forse per la sua autosterilità; i frutti di bell’aspetto e buon sapore (bassa acidità, che ne permette una ottimale gestione per l’epoca di raccolta). Da segnalare la presenza di noccioli spaccati e la cascola pre-raccolta. Il frutto, con caratteristica forma umbonata, deve essere opportunamente gestito durante le operazioni di post-raccolta.
Tsunami*, varietà francese interessante per le caratteristiche organolettiche dei frutti, paga l’autosterilità e soprattutto la pezzatura dei frutti non elevata e la spaccatura degli stessi lungo la linea di sutura.
Una varietà che si è affermata negli ultimi anni è la Rubista, che per la prima volta porta il carattere del frutto di colore rosso-violaceo e presenta buona produttività.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 23/2021
L’albicocco può crescere con le giuste varietà
di C. Mennone
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