La pericoltura in Italia vive un momento di gravissima crisi, con un impatto molto pesante a livello economico e occupazionale. I numeri di questa situazione e le strategie per rilanciare il settore sono stati presentati da Alleanza cooperative agroalimentari nel corso di un incontro al Masaf al quale è intervenuto il sottosegretario Patrizio La Pietra.
«Dodici anni fa in Italia si producevano 926.000 tonnellate di pere – ha denunciato il presidente di Alleanza cooperative agroalimentari, Carlo Piccinini – mentre quest’anno la produzione si è fermata, a causa degli eventi atmosferici avversi, a 180.000 tonnellate, cioè il 75% in meno rispetto ai volumi prodotti nel 2018. Che il calo sia di natura strutturale è confermato dal trend delle superfici investite a pero, che hanno avuto una contrazione del 35% dal 2011 al 2023, con circa 15.000 ettari perduti».
«I 10 milioni di euro stanziati dal ministro Francesco Lollobrigida – ha dichiarato il coordinatore ortofrutta di Alleanza cooperative, Davide Vernocchi – sono un primo passo, ma non sufficiente a coprire le perdite. Sulla base delle nostre stime, l’indennizzo per ogni produttore sarebbe pari a meno di 1.000 euro per ettaro, una cifra che non coprirebbe neanche il forte incremento dei costi di produzione, che quest’anno è stato di circa 5.000 euro per ettaro. Oggi coltivare un ettaro di pero costa più di 20.000 euro. Abbiamo chiesto al Ministero dell’agricoltura di mettere in campo nuovi interventi nel 2024».
Drammatico in questo senso l’appello del presidente di Unapera, Adriano Aldovrandi, il quale senza mezzi termini ha chiesto al sottosegretario La Pietra che lo Stato metta a disposizione 70 milioni di euro per il settore e ha preannunciato una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.