I costi della spollonatura sono tra i più elevati nella gestione del corileto, poter disporre quindi di un portinnesto non pollonifero come il Corylus colurna, molto diffuso in Serbia, rappresenta una soluzione ideale a questo problema.
Negli altri Paesi corilicoli, tra i quali anche l’Italia, l’innesto del nocciolo su colurna è praticamente sconosciuto e non ha mai trovato impiego e diffusione. Attualmente in Serbia si trovano numerosi noccioleti su colurna di medio- piccola estensione e di varie età, spesso superiore ai 10 anni e da nostri dati risulta che almeno la metà di questi sia costituita da piante innestate su colurna. Come portinnesto il colurna è piuttosto vigoroso (foto 1), relativamente resistente alla siccità, non viene colpito dall’Anisogramma ed è privo di particolari disaffinità con numerose cultivar di avellana locali, europee o statunitensi.
L’aspetto più interessante del colurna è come già detto la sua totale assenza di polloni e, se impiegato per innestarvi cultivar di avellana, permette di ottenere corileti che non avranno mai bisogno di spollonatura. L’innesto, con ottimi risultati, viene abitualmente effettuato a doppio spacco inglese (foto 2) in pieno campo in febbraio-marzo. Recenti indagini hanno dimostrato come i semenzali di colurna di 1 anno non siano impiegabili come portainnesto per il loro scarso sviluppo in altezza e per l’insufficiente calibro al punto d’innesto, mentre ottimi risultati si ottengono con quelli di 2 anni, ossia dopo un ulteriore anno in vivaio.
Negli impianti più recenti e in quelli in allestimento la forma di allevamento più diffusa è il monocaule, ma si riscontrano anche alcuni casi di allevamento a cespuglio o a vaso cespugliato. I sesti d’impianto, in quadrato, sono generalmente di 5 × 5 m, mentre nell’allevamento a cespuglio viene adottata una maggiore distanza tra i filari.
In Serbia le cultivar maggiormente impiegate come innesto su colurna sono Ennis e Tonda Romana oltre a piccole quantità di cultivar locali, sempre con Red Lambert come impollinatrice. Lo sviluppo delle piante è veramente rapido grazie all’ottima affinità e del vigore impresso dal portinnesto e già dal terzo anno iniziano produzioni interessanti.
La produttività è generalmente molto elevata e per la Tonda Romana in corileti tra i 10 e i 12 anni dall’impianto si registrano produzioni non inferiori alle 4 t/ha. L’irrigazione a goccia è abitualmente adottata e il terreno viene regolarmente fresato 2-3 volte l’anno. La potatura principale è quella di allevamento, che è invece molto ridotta o addirittura assente in fase produttiva.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 38/2019
Innestare il nocciolo per evitare la spollonatura
Di A. Roversi
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