In arrivo il Piano olivicolo

oliveto

Cresce l’attesa per il nuovo Piano olivicolo nazionale che è in preparazione da diversi mesi presso il Ministero con le prime linee guida che sono state fornite da quasi un anno.
L’Italia ha una necessità impellente di poter contare su un quadro di interventi politici solido e duraturo, per rilanciare un settore fondamentale nell’ambito della filiera agroalimentare.
Basti pensare che all’inizio del corrente mese di febbraio, l’Andalusia (il territorio con la più alta concentrazione olivicola a livello globale), ha varato un Piano strategico settoriale con un orizzonte al 2027, con una dotazione finanziaria invidiabile di quasi 1 miliardo di euro.

Gli elementi del Piano

Le più recenti dichiarazioni del sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra indicano gli elementi sostanziali che saranno contenuti nel programma italiano.
Tra questi si vuole stabilire un coordinamento strategico con le Regioni e le Province autonome e riconoscere che il sistema olivicolo nazionale non è omogeneo e quindi non è possibile prevedere un modello di intervento standardizzato.

Intervista a Gennaro Sicolo

A Bari a Evolio Expo, il sottosegretario all’agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra aveva annunciato la definizione di un nuovo Piano olivicolo nazionale.
Su questo punto abbiamo sentito l’opinione di Gennaro Sicolo, vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori, presidente di Cia Puglia e di Italia Olivicola.

Presidente Sicolo, come valuta le linee d’azione del Piano olivicolo indicate dal sottosegretario?

L’impostazione pare corretta. Il processo va centralizzato soltanto dopo aver trovato un metodo che coinvolga concretamente le Regioni.
Pienamente d’accordo sulla necessità dell’interprofessione capace di unire tutti gli attori della filiera.

Quali dovrebbero essere le principali direttrici di sviluppo per il settore olivicolo italiano?

Bisognerà lavorare soprattutto su quattro fronti: recuperare pienamente il potenziale produttivo dell’olivicoltura italiana; sostenere le aggregazioni nate per innovare i processi produttivi ed essere competitive nell’internazionalizzazione e nell’ampliamento dei mercati; finanziare un vasto e pervasivo piano di promozione sul consumo dell’olio extravergine d’oliva italiano e migliorare ancora la riconoscibilità e la piena tracciabilità del prodotto.

Come valuta il piano di sostegno per le aziende olivicole colpite dalla xylella?

Apprezziamo lo sforzo del Governo e della Regione Puglia ma in Andalusia sono stati avviati investimenti pari a circa 1 miliardo di euro per un rilancio vero del settore olivicolo. Per superare definitivamente il problema xylella servono investimenti di tale portata

Qual è la situazione generale del settore olivicolo-oleario italiano rispetto ad altri Paesi, e quali sono le principali sfide da affrontare?

Non possiamo nasconderci una realtà evidente: siamo indietro rispetto a Paesi come la Spagna. Quando si parla di intensivo e di meccanizzazione, per esempio, occorre ricordare che gli impianti intensivi hanno bisogno di acqua. Per questo servono investimenti ingenti per impianti di depurazione, dighe, efficientamento dei canali e della rete di distribuzione, tecnologie per ottimizzare l’uso di ogni singola goccia d’acqua.

Tratto dagli articoli pubblicati su L’Informatore Agrario n. 08/2025
In arrivo il Piano olivicolo
di C. Di.
e
Sicolo: per il Piano olivicolo servono più risorse
di G. Menna
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