Il mercato del biologico è in fase di continua crescita, sia sul versante dei consumi, sia a livello produttivo. Il trend, in atto già da diversi anni, è confermato anche dai dati più recenti, sebbene si ravvisi qualche segno di rallentamento, inevitabile in un mercato ancora in via di sviluppo, ma che viaggia verso la fase di maturazione.
La produzione biologica impone, difatti, scelte tecnico-agronomiche peculiari e che richiedono una professionalità e una tempistica di esecuzione mediamente più elevata rispetto al convenzionale/integrato. Se da un lato l’impresa può beneficiare per questo del contributo previsto ad integrazione del bilancio, dall’altro le minori possibilità di difesa rendono più incerta ed incostante la resa produttiva.
Alla luce di ciò, risulta determinante valutare attentamente il presumibile aggravio di costo che deriva dall’adozione della tecnica biologica e confrontarlo con la Produzione Lorda Vendibile potenzialmente ottenibile.
Sul costo complessivo incide naturalmente la diversa resa produttiva e il conseguente carico di manodopera necessario per la raccolta.
La minor resa produttiva che si registra normalmente nel biologico determina inevitabilmente un appesantimento dei costi per unità di prodotto che, tuttavia, è piuttosto diversificato in funzione della specie. Ricordando ancora la forte variabilità dei risultati, si può comunque delineare un differenziale di costo che parte da un minimo del 10% circa per l’actinidia, per arrivare al 30-40% nel caso del pero, pesco e albicocco e fino al 60% per il melo.
Non va dimenticato che nella produzione biologica di frutta, ancorché rivolta principalmente al mercato del fresco, è spesso da computare una quota maggiore di prodotto a destinazione industriale e, pertanto, la PLV (produzione lorda vendibile) effettiva è da calcolarsi anche con riferimento a ciò. Tuttavia, se nel convenzionale le quotazioni del prodotto da industria sono in genere minimali e di impatto pressoché trascurabile sulla PLV, per le produzioni biologiche si registrano prezzi mediamente superiori che possono concorrere anche in misura significativa alla formazione della PLV aziendale.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 46/2019
Frutticoltura, il mercato premia il bio
di Alessandro Palmieri
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