L’estate 2019 sarà ricordata, soprattutto nel Nord Italia, per gli enormi danni provocati all’agricoltura dalla cimice asiatica: frutta, in particolare, ma non solo perché anche orticole, soia e mais sono state attaccate, sia pure in misura minore.
Sul pero, soprattutto, in alcune zone di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna è stato perso l’intero raccolto.
La situazione è stata riassunta dall’assessore veneto all’agricoltura Giuseppe Pan al Tavolo verde dedicato proprio alla cimice. «Al Governo nazionale e all’Europa chiediamo la stessa attenzione riservata alla Xylella – ha spiegato Pan – come il batterio che ha colpito gli olivi mediterranei ha messo a rischio l’olivicoltura, così la cimice asiatica sta compromettendo l’intero comparto frutticolo e le produzioni che più caratterizzano il nostro sistema produttivo».
«Chiedendo ai ministri dell’agricoltura e dell’ambiente un tavolo nazionale, da convocare con urgenza, perché siano messe in campo risorse per sostenere le aziende nei prossimi anni ed evitare che si arrivi al rischio espianto».
Il problema ha assunto dimensioni tali che servirebbe un piano quinquennale di sostegno al settore dal 2019 al 2023 da 100 milioni di euro l’anno.
Per quanto riguarda la lotta contro questo insetto, molte speranze sono riposte nella lotta biologica attraverso nemici naturali quali la «vespa samurai». La possibilità di utilizzarla in pieno campo dipende dal Ministero dell’ambiente, una volta disponibili i dati della sperimentazione attualmente in atto.
Mai come questo caso i tempi della burocrazia dovranno essere brevi.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 35/2019
Emergenza cimice asiatica, a rischio la frutticoltura italiana
di G. Armentano
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