È in continua crescita in Italia il commercio nei mercati all’ingrosso di arachidi, anacardi, pinoli, uva sultanina, susine essiccate e poi noci, nocciole e mandorle. La stragrande maggioranza dei prodotti viene offerta da importatori che operano da anni con le principali zone di coltivazione: California per noci e mandorle, Cile, Argentina e Francia per le noci, Turchia per le nocciole, Nord Africa per datteri e fichi.
Negli ultimi anni però si sono affacciati al mercato mondiale anche comprensori del Sud Africa, dell’Australia e dell’Est europeo, quali Romania e Georgia.
Le produzioni italiane di noci, nocciole, mandorle e pistacchi, come avviene per il settore della frutta fresca, garantiscono tuttavia una maggiore sicurezza sia nella qualità organolettica sia in quella igienico-sanitaria, relativamente ai residui dei fitofarmaci.
Buone prospettive
I prezzi interessanti che si spuntano nel mercato, simili su tutte le «piazze» italiane, da Palermo a Bolzano, stanno invogliando molti agricoltori italiani a procedere a nuovi impianti di tre specie prevalenti: noci, mandorle e nocciole.
Per le noci, con un consumo nazionale annuo di circa 40-45.000 t registriamo una produzione interna di 15-18.000 t, con un import che sfiora il 70-75%. I prezzi di mercato, per i calibri 32-34, 34-36 e 36-38 mm per le noci provenienti da Argentina e Cile vanno da 4 a 5 euro/kg e per le provenienze venete della cultivar Lara, al mercato di Verona, si arriva a 7,5-8 euro/kg.
Il mandorlo, con oltre 50.000 ettari e una produzione nazionale che si aggira su 80.000 t, trova il suo habitat ideale in Sicilia, ma la Puglia, con le province di Bari, Per quanto riguarda le quotazioni, in questi mesi autunno-invernali, sempre nei mercati ortofrutticoli all’ingrosso, troviamo le mandorle californiane e cilene sgusciate e pelate, trattate in una forbice di prezzi che vanno da 9 a 10 euro/kg, con rari casi a 12-14 euro/kg.
Le nostrane siciliane, anch’esse sgusciate, sono scambiate su valori compresi fra 13 e 14,5 euro/kg.
Per quanto riguarda la coltivazione delle nocciole, siamo i secondi produttori al mondo con 165.000 t l’anno, dietro la Turchia con circa 710.000 t. Nonostante la nostra buona posizione nella classifica produttiva, siamo importatori netti con ben 60-65.000 t/anno (10 anni fa erano soltanto 30.000 t) destinate prevalentemente all’industria dolciaria. Ma anche sui grandi mercati di ridistribuzione troviamo le nocciole, in piccole o grandi confezioni, con ottime provenienze campane e laziali (Viterbese) trattate su valori compresi fra 10 e 12 euro/kg quelle sgusciate, mentre spuntano fra 4,5 e 5 euro/kg quelle dell’Oregon (USA) con guscio.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 36/2021
Anche per noci mandorle e nocciole vince il made in Italy
di R. Piazza
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