Nuovi rischi all’orizzonte per il made in Italy agroalimentare sul mercato degli Stati Uniti: potrebbero essere applicati a breve scadenza nuovi dazi anche su vini e olio d’oliva, mentre quelli già esistenti su formaggi, salumi e agrumi potrebbero raddoppiare passando dal 25% al 50%.
Tutto ciò dopo un 2018 nel quale le esportazioni agroalimentari italiane in Usa hanno superato i 4 miliardi di euro, di cui la metà del valore complessivo è assicurata dalle vendite di vini (1,5 miliardi) e di olio d’oliva (400 milioni).
«La prospettiva è particolarmente preoccupante per tutto il sistema agroalimentare italiano – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – e non c’è molto tempo per reagire, visto che le consultazioni con gli operatori economici si concluderanno il 13 gennaio prossimo e a seguire i nuovi dazi potrebbero scattare al massimo nel giro di un mese».
Giansanti si dice quindi grato al governo per le iniziative già in corso a tutela delle esportazioni, mentre denuncia una mancata risposta dell’Unione europea: «All’UE abbiamo espresso l’esigenza di accelerare la procedura per mobilitare un’adeguata dotazione finanziaria straordinaria a supporto dei settori produttivi già colpiti dai dazi Usa».
A breve, tra l’altro, saranno evidenti gli effetti negativi dei dazi già in vigore dall’ottobre scorso, in particolare per Parmigiano Reggiano e Grana Padano per i quali si sono esaurite le scorte accumulate in precedenza dagli importatori Usa.