Se gli obiettivi del Green Deal europeo per il settore alimentare, come taglio di agrofarmaci e fertilizzanti, aumento della superficie a biologico e terreni messi a riposo, fossero integralmente applicati, la produzione da seminativi europea diminuirebbe del 20% in dieci anni, con l’Italia che perderebbe il 19% per il mais e il 27% per il grano.
Sono questi alcuni dei dati di uno studio sull’impatto delle nuove varietà commissionato da Euroseeds, l’associazione europea dell’industria sementiera. Ma fare affidamento sulle ultime tecnologie in fatto di varietà vegetali, sostiene il rapporto, compenserebbe almeno parzialmente le perdite.
Con l’innovazione sulle varietà delle piante, dal 2000 al 2019 l’agricoltura italiana ha risparmiato 1,5 milioni di metri cubi di acqua, tre volte il volume del Lago Trasimeno, ha fatto a meno dell’uso di 700.000 ettari, e dell’emissione di 130 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera.
Anche visti questi risultati, il rapporto raccomanda all’UE di liberare «il pieno potenziale dell’innovazione varietale».
«Dopo la pubblicazione dello studio della Commissione sulle nuove tecniche genomiche, Euroseeds chiede un’azione urgente per allineare la legislazione di oltre vent’anni fa al progresso scientifico», ha detto il segretario dell’organizzazione Garlich von Essen.