Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato in via definitiva il trattato commerciale UE-Giappone, il cosiddetto Jefta, con 474 voti a favore, 152 contrari e 40 astensioni. L’accordo non è soggetto alla ratifica da parte dei parlamenti nazionali e dovrebbe entrare in vigore il 1° febbraio 2019.
In base all’accordo verranno rimosse immediatamente le tariffe sul vino europeo importato nel Paese del Sol Levante, oggi al 15%, e, in generale, si azzerano con periodi di transizione che variano da 7 a 15 anni i dazi nipponici anche su pasta (oggi al 24%), cioccolata (fino al 30%) e formaggi a pasta dura (fino al 29,8%) provenienti dall’UE, con il riconoscimento di 205 dop e igp europee tra vini e alimenti, di cui 44 italiane (che coprono la maggior parte dell’export italiano in Giappone.
Per i formaggi a pasta molle il Giappone aprirà un contingente a dazio zero di 20.000 tonnellate all’entrata in vigore del trattato, che crescerà fino a 31.000 tonnellate in 15 anni. Anche per i produttori europei di carni suine (semplificazione e riduzione dazi dal 4-8% a zero) e bovine (tariffe da 38% a 9% in 15 anni) le esportazioni saranno più facili, con Tokyo che ha preso l’impegno di rimuovere le barriere su oltre 30 additivi comunemente utilizzati in Europa.
Un neo dell’accordo riguarda alcune dop e igp italiane, con termini come Parmesan, Padano (ma non più «Grana»), Pecorino, Romano, Bologna che vengono considerati generici, mentre l’Asiago, pur avendo registrato il marchio a Tokyo, dovrà coesistere con un’altra denominazione per 7 anni.