Gli incentivi del piano Transizione 5.0, disponibili dallo scorso agosto, procedono a rilento: su 6,3 miliardi di euro totali di dotazione per i crediti di imposta, le prenotazioni risultano infatti di non oltre 200 milioni di euro.
Con questo ritmo di spesa, difficilmente si arriverà ad utilizzare le risorse entro la scadenza prevista del 31 dicembre 2025.
Il sostegno scatta a seguito dell’acquisto di macchinari, impianti ed attrezzature utili per la doppia transizione energetica e digitale.
Il Ministero delle imprese e del made in Italy, insieme al Gse, stanno intervenendo con continui aggiornamenti del documento dove sono contenuti i chiarimenti richiesti dagli operatori (FAQ) e con delle ipotesi di modifica del regime di aiuto, in modo da renderlo più interessante e attrattivo alle imprese potenzialmente interessate.
Veicoli agricoli e forestali
È stato chiarito che i trattori, così come definiti dai Regolamenti UE 2013/167 e 2016/1628, possono usufruire dell’incentivo Transizione 5.0 qualora soddisfino i requisiti previsti nel regime del credito di imposta della Transizione 4.0 ed inoltre devono rispettare altre tre condizioni:
- l’utilizzo dei combustibili fossili solo in via temporanea e quando tecnicamente inevitabile;
- l’ammissibilità è consentita solo in caso di investimento sostitutivo;
- il passaggio da motori Stage I (o precedente) a Stage V.
Macchine agricole semoventi
Le macchine quali mietitrebbie, falcia-condizionatrici, vendemmiatrici, raccoglitrici e altri analoghi macchinari semoventi possono beneficiare dell’incentivo, come per i veicoli agricoli e forestali, anche quando non sono omologate secondo il Regolamento 2013/167, ma hanno il marchio CE in base alla direttiva macchine e come destinazione l’uso agricolo e/o forestale.
Semplificazioni previste
Il Ministero delle Imprese e del made in Italy, unitamente al Parlamento, intende introdurre alcune modifiche di semplificazione e di miglioramento del funzionamento del piano Transizione 5.0.
Tra le misure previste ci sono: aumentare le aliquote di aiuto sotto forma di credito d’imposta, portandolo fino ad un massimo del 60%, rispetto alla soglia del 45% prevista nella legislazione istitutiva, diminuire dagli attuali 3 a 2 gli scaglioni di investimento, con l’obiettivo di incentivare maggiormente i progetti con una dimensione economica più piccola.
Infine, si sta intervenendo anche sulla tempistica per la durata dell’intervento, che ad oggi rimane attivo fino al 31 dicembre 2025, per prolungarne la validità fino ad aprile 2026.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 41/2025
Piano Transizione 5.0 più «appetibile» con le modifiche in corso
di E. Comegna
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