«Quando in Europa si fa squadra lavorando in modo costruttivo, si portano a casa i risultati». Questo il commento di Paolo De Castro, relatore all’Europarlamento della proposta di direttiva contro le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare, al voto del 1° ottobre: sia la Commissione agricoltura dell’Europarlamento, sia il Comitato speciale agricoltura del Consiglio hanno approvato gli emendamenti al testo presentato dal commissario Ue all’agricoltura Phil Hogan la scorsa primavera.
Le nuove norme hanno lo scopo di introdurre uno standard minimo comune europeo per contrastare le pratiche sleali degli acquirenti, essenzialmente centrali d’acquisto e catene di supermercati, nei confronti di fornitori, agricoltori e imprese della trasformazione alimentare.
Ecco alcune delle modifiche principali introdotte:
- la direttiva riguarderà non solo i prodotti alimentari ma tutti i prodotti agricoli e alimentari per includere settori come la floricoltura;
- si dettaglia la definizione di «prodotto deperibile»;
- nel caso di scambi transfrontalieri il reclamo potrà essere presentato dal denunciante non solo nel Paese dove l’abuso ha luogo (Paese dell’acquirente), ma anche nel suo Paese;
- la direttiva fissa uno standard minimo ma le autorità nazionali potranno adottare regole più stringenti;
- stop alle aste al doppio ribasso.
Il testo dell’Europarlamento dovrà passare l’esame della plenaria di Strasburgo il 22 ottobre, ma l’esito appare scontato.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 35/2018 a pag. 11
Pratiche sleali: l’Europarlamento alza il tiro
di A. Di Mambro
L’articolo completo è disponibile anche sulla Rivista Digitale