Il Governo ha ripartito le risorse finanziarie che le Regioni e Province autonome italiane utilizzeranno nel 2021 e 2022 per attivare le misure della politica di sviluppo rurale.
Con questo atto si sblocca una situazione di contenzioso tra le Regioni che, a partire dallo scorso mese di dicembre, ha impedito alle competenti autorità di gestione di provvedere alle modifiche dei rispettivi programmi pluriennali, presentarli ai servizi comunitari per l’approvazione e procedere con l’attuazione degli interventi formulati, consentendo così agli agricoltori e agli altri beneficiari di avere accesso ai sostegni previsti.
Il compromesso raggiunto ha permesso ora ripartire circa 6,2 miliardi di euro, ai quali si aggiungono 791 milioni di euro per il Programma nazionale e per la Rete Rurale Nazionale. In tutto fanno quasi 7 miliardi di euro.
In media, le Regioni e le Province autonome italiane dispongano di una dotazione 2021-2022 superiore del 18,3% rispetto alla media biennale del periodo 2014-2020.
Chi beneficia del più elevato balzo in avanti dei fondi è l’Abruzzo con un +28,7%; mentre la Regione con un incremento più contenuto è la Valle d’Aosta, con un +14,1%.
Le cinque Regioni che hanno beneficiato dello stanziamento compensativo ottengono una maggiore dotazione compresa tra il 14,2% dell’Umbria e il 15,6% della Calabria.
Le risorse per il periodo di estensione 2021-2022 dovranno essere utilizzate rispettando la regola del disimpegno automatico triennale (N+3). Pertanto, lo stanziamento del 2021 va erogato a favore dei beneficiari entro il 31 dicembre 2024 e quello del 2022 entro la fine del 2025.