Nel biennio 2021-2022 l’Italia avrà a disposizione il 77% in più di risorse finanziarie stanziate dall’Unione europea per la politica di sviluppo rurale. In valori assoluti si parla di un importo supplementare di 1,7 miliardi di euro rispetto a quanto è stato concesso nei primi due anni del settennio di programmazione 2014-2020.
La differenza è dovuta a due decisioni politiche prese a Bruxelles:
- la prima legata al programma di sostegno all’economia dei 27 Paesi membri, che prende il nome di Next Generation UE che prevede 8 miliardi di euro per il biennio 2021-2022 per lo sviluppo rurale di cui 925 milioni destinati all’Italia;
- la seconda la decisione di concentrare l’impegno finanziario per lo sviluppo rurale nei primi anni del periodo di programmazione della nuova Pac. Pertnato lo stanziamento di risorse Feasr per il nostro Paese è stato fissato a quasi 3 miliardi di euro per il biennio 2021-2022, a fronte di 2,22 del biennio 2014-2015, con un incremento di 776 milioni di euro.
Infine il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), da realizzare con i fondi Next generation Eu dovrebbe portare al settore agricolo una spesa supplementare di 35 miliardi di euro nei prossimi anni. Una parte dei progetti da realizzare riguarda operazioni di norma finanziate attraverso la politica di sviluppo rurale come ad esempio la diffusione della banda larga, gli interventi infrastrutturali irrigui e i progetti di filiera. Ciò implica che le maggiori risorse disponibili per i Psr nel biennio 2021-2022, potranno essere utilizzate su un numero inferiore di operazioni.