Europarlamento e Paesi Ue vogliono due anni di transizione per la nuova Pac, che entrerebbe in così vigore il 1° gennaio 2023, ma la Commissione europea insiste per un anno solo e per l’applicazione dal 2022. Questo è il principale punto di disaccordo sul regolamento transitorio sulla Pac, che traghetta le regole attuali oltre il 2020.
Martedì 30 giugno ci sarà una nuova riunione dei negoziatori delle tre istituzioni europee, Commissione, Consiglio e Parlamento. Sarà l’ultima occasione utile per siglare un accordo sotto presidenza croata.
Secondo fonti del Consiglio Ue riportate dal sito Euractiv.eu, gli esperti della Commissione si sarebbero addirittura rifiutati di dare assistenza tecnica al relatore del Parlamento e ai ministri dell’Ue per una valutazione di impatto su una transizione di due anni.
L’insistenza dell’Esecutivo Ue troverebbe una sua logica nei tempi di entrata in vigore del nuovo bilancio potenziato dal fondo per la ripresa, che prevede 15 miliardi di euro in più per lo sviluppo rurale a partire dal 2022.
L’Europarlamento ha sempre frenato su una bozza di riforma che tuttora non convince, e i Paesi hanno dato delega alla presidenza croata di chiedere due anni, perché il trasferimento di competenze amministrative da Bruxelles alle capitali, il fulcro della riforma, si annuncia piuttosto complicato.