Il consiglio Agrifish si è concluso venerdì 28 maggio senza l’auspicato accordo sulla riforma della Pac. «Il punto principale all’ordine del giorno dei ministri dell’agricoltura e della pesca – si legge nel comunicato stampa finale diramato al termine dell’incontro – era il futuro della politica agricola comune. L’obiettivo generale era raggiungere un accordo su tutti e tre i regolamenti che componevano il pacchetto di riforma della Pac. La riunione si è svolta parallelamente ai negoziati interistituzionali tra il Consiglio e il Parlamento. I principali punti di discussione includevano condizionalità sociale, targeting dei pagamenti e architettura verde. Alla fine, sebbene siano stati compiuti progressi in diversi settori, una serie di questioni fondamentali è rimasta in sospeso. Si è pertanto deciso di rinviare i colloqui alla prossima riunione dei ministri dell’agricoltura e della pesca a giugno».
«Dopo quattro giorni di negoziato – ha detto Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo dei Socialisti e Democratici in Commissione agricoltura del Parlamento europeo – le distanze tra le tre istituzioni rimangono troppo ampie per raggiungere un compromesso». «Si tratta di un’occasione persa – ha aggiunto – ma il nostro lavoro prosegue per garantire che la Pac continui a essere il volano per la crescita economica dei nostri agricoltori e delle nostre aree rurali, con l’obiettivo di raggiungere un accordo entro giugno».
«Sono ottimista sull’esito dei negoziati» per la riforma della Pac, «insieme entro un paio di settimane dovremmo farcela». Questo il commento del commissario Ue per l’agricoltura, Janusz Wojciechowski, parlando in conferenza stampa dopo l’interruzione delle trattative. Nel confronto restano alcune «questioni sensibili» come la quota di bilancio da dedicare al benessere animale e al clima, ma «tra il Parlamento UE e il Consiglio non c’è più una distanza enorme, direi che siamo a metà del guado e le due sponde si stanno avvicinando», ha spiegato il polacco, secondo il quale le trattative sono «in dirittura d’arrivo». «Eravamo vicinissimi a un accordo – ha insistito – e lo siamo ancora».