Il principio generale dell’accordo raggiunto oggi a Bruxelles prevede che il 25% della dotazione nazionale dei pagamenti diretti ogni anno sia dedicata agli eco-regimi, destinati a incentivare pratiche agronomiche rispettose dell’ambiente.
Ma gli Stati si sono praticamente blindati contro ogni ipotesi di perdita dei fondi: se spendono più del 30% delle risorse su misure agroambientali nel secondo Pilastro possono ottenere una riduzione fino al 50% sulle risorse «verdi» del Primo.
Nel 2023 e 2024 ci sarà un «periodo di apprendimento» e il 25% potrà diventare al minimo 20%.
Se i fondi restano inutilizzati potranno essere reimpiegati (se lo Stato vuole) in nuovi ecoschemi o in misure agroambientali nello sviluppo rurale.