Un nuovo bilancio dal 2021 al 2027 da 1.100 miliardi di euro e un programma di finanziamenti anticrisi da 750 miliardi fino al 2023 con 15 miliardi riservati al fondo di sviluppo rurale. Così la Commissione europea vuole arginare l’impatto della crisi economica dopo la pandemia.
La nuova proposta di bilancio pluriennale parte da dove si erano arenati i negoziati lo scorso febbraio, cioè dalla bozza del presidente del Consiglio UE Charles Michel che ridimensionava di poco i tagli alla Pac annunciati nel 2018 (-10% per i pagamenti diretti, -25% per lo sviluppo rurale).
Lo strumento per il rilancio dell’economia prevede invece sovvenzioni, prestiti e garanzie con il rafforzamento di fondi di coesione e fondo di sviluppo rurale. Una scelta che sottolinea l’aggancio della Pac con la transizione ecologica compensando almeno in parte le riduzioni di budget proposte nel 2018, che colpivano soprattutto il secondo pilastro.
La Commissione vuole indebitarsi sui mercati, con prestiti che saranno restituiti in 30 anni o attraverso una maggiore contribuzione degli Stati oppure con un pacchetto di risorse proprie molto ambizioso, con tasse sul digitale e per i prodotti importati che non rispettano gli stringenti criteri ambientali Ue.
L’approvazione della proposta è tutt’altro che scontata, con il primo banco di prova previsto il 18 giugno nel primo summit Ue con la presenza di persona dei leader europei dall’inizio della pandemia.