La decisione europea di imporre dazi aggiuntivi per un valore di 4 miliardi di dollari a molti prodotti americani, come permesso dalla Wto, preoccupa l’Unione italiana vini.
«Riteniamo che la posizione italiana di attesa fosse la più saggia, ma non è prevalsa: la Commissione Ue, anche sostenuta da alcuni importanti Paesi dell’Unione, ha deciso di applicare i dazi contro i prodotti americani, anche in questa delicata fase di transizione, e rischia ora di provocare un’ulteriore escalation della guerra commerciale in atto con il principale buyer al mondo, gli Usa, che lo scorso anno ha importato vino dall’Ue per un controvalore di circa 4,7miliardi di dollari». Questo il parere del segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti.
La lista europea comprende, oltre al settore aeronautico, anche prodotti agricoli a stelle e strisce, come salmone, noci, pompelmi, vaniglia, frumento, tabacco, cacao, cioccolato, succhi di agrumi, liquori come vodka e rum.
Castelletti ha soprattutto un timore: «dopo l’annuncio del vicepresidente della Commissione europea con delega al Commercio, Valdis Dombrovskis, sui nuovi dazi è ora possibile un rischio di “retaliation” da parte degli Stati Uniti, che potrebbero così decidere di aumentare le tariffe in vigore o includere altri prodotti come il vino italiano, che sino a oggi è stato escluso dal paniere dei dazi aggiuntivi».
«Uno scenario – ha aggiunto il segretario dell’Uiv – che potrebbe arrivare nel momento peggiore colpendo un mercato di sbocco che quest’anno ha contribuito ad alleggerire le perdite nell’export globale del vino made in Italy, proprio ora che è costretto a subire anche pesantissimi lockdown in Italia e all’estero».
Gli Usa nel 2019 hanno importato vino italiano per un valore di 2 miliardi di dollari.