Nel marzo 2018 la Commissione europea aveva trasmesso alle autorità italiane una comunicazione con la quale formalizzava la volontà di escludere dal finanziamento comunitario un importo di circa 360 milioni di euro di pagamenti diretti della Pac relativi alla domanda unica del 2015 e del 2016.
Il contenzioso prevedeva la possibilità, per l’Italia, di rivolgersi all’Organo di conciliazione e proporre un ricorso alle conclusioni di Bruxelles.
Nei giorni scorsi l’Organo di conciliazione si è espresso contro il nostro Paese, giudicando quindi impossibile «aggiustare» la questione. Di conseguenza la Dg Agri propone di escludere dal finanziamento comunitario una somma di quasi 352 milioni di euro.
La Commissione Ue valuterà ora se decidere in questo senso o meno.
Nel caso si optasse per il taglio si perderanno i fondi europei inizialmente stanziati a favore dell’Italia e ci saranno dei riflessi sugli agricoltori, in termini di recupero di pagamenti irregolarmente riconosciuti e di ricalcolo dei titoli disaccoppiati.
Le contestazioni riguardano tra l’altro la non corretta registrazione della superficie massima ammissibile nell’ambito del Sipa; la classificazione come superfici ammissibili di terreni oggetto di abbandono; la non conforme applicazione dello strumento che prevede la presentazione delle domande geospaziali (la cosiddetta domanda grafica).