Gli Stati Uniti hanno il loro nuovo Farm Bill, la legge agricola americana: 867 miliardi di dollari in sussidi agli agricoltori, ai consumatori più poveri per acquistare alimenti e ai programmi di conservazione ambientale nei prossimi cinque anni.
La legge precedente, varata nel 2012 da Barack Obama, aveva messo sul piatto 956 miliardi di dollari sostituendo il regime dei pagamenti diretti con un’imponente copertura per la gestione dei rischi agricoli.
Il Farm Bill targato Donald Trump non prevede grandi novità ma piuttosto una serie di piccoli aggiustamenti, per provare a mettere al riparo le esportazioni Usa dalle tensioni create dallo stesso Trump con grandi acquirenti come la Cina.
Tra le altre cose vengono aumentate le garanzie per i prestiti ai giovani agricoltori; si facilita l’adesione delle piccole e medie aziende produttrici di latte (200-240 capi) al programma specifico per il settore; si consolida e rinnova il sistema di assistenza e promozione per le esportazioni.
Il nodo su cui si annuncia battaglia al Congresso è quello sull’applicazione dei nuovi criteri per l’erogazione degli aiuti alimentari agli indigenti, che fanno l’80% della spesa del Farm Bill e sui quali i democratici contano di poter recuperare su un testo che fa passare una stretta sui requisiti.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 1/2019 a pag. 14
L’agricoltura degli USA valuta il nuovo Farm Bill
di A. Di Mambro
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