L’entrata in vigore della nuova Pac sarà rimandata dal 2021 al 2023 se entro il 30 ottobre non saranno pronti nuovo bilancio UE e riforma. È questa la posizione approvata dalla Commissione agricoltura dell’Europarlamento sul regolamento transitorio della politica agricola comune che prolunga l’efficacia dei regolamenti Pac oltre il 2020.
La Commagri propone inoltre che, se il budget pluriennale Ue 2021-27 non fosse approvato in tempo, i tetti di spesa Pac restino quelli del 2020, mettendo di fatto gli agricoltori al riparo dai tagli proposti dalla Commissione europea per il periodo finanziario post 2020.
Gli eurodeputati chiedono anche un fondo anticrisi da oltre 400 milioni di euro in aggiunta alla normale dotazione finanziaria.
La posizione adottata oggi dalla Commissione agricoltura con il voto da remoto dovrà essere negoziata con il Consiglio Ue: l’obiettivo è di arrivare a un accordo entro il 30 giugno.
Soddisfazione per le indicazioni del parlamento europeo è stata espressa dalla ministra Teresa Bellanova, «In particolare per la richiesta di estensione dell’attuale Pac mantenendo inalterati gli attuali livelli di finanziamento, evitando all’Italia tagli di quasi il 4% sui pagamenti diretti e di oltre il 15% sullo sviluppo rurale».
Bene anche «il rafforzamento della riserva di crisi finanziata con risorse extra Pac per 400 milioni annui; il rafforzamento degli strumenti di gestione della crisi con una diminuzione dal 30 al 20% cento delle soglie minime di perdita di reddito o di produzione anche per i fondi mutualistici; il recupero dei diritti di impianto dei vigneti permettendo ai nostri viticoltori di utilizzare i loro diritti in portafoglio e non perdere migliaia di ettari di potenziale vitivinicolo».
Bellanova ha anche ringraziato Paolo De Castro «per il grande lavoro e l’impegno» per arrivare a questo risultato.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 17/2020
L’europarlamento definisce la transizione alla nuova Pac
di A. Di Mambro
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