La Commissione europea sta per presentare la sua bozza di revisione del sistema dop-igp e stg. Le bozze del testo mettono in evidenza l’intenzione di compiere diversi ritocchi di carattere burocratico al sistema, ma l’impressione che emerge dal documento è quella di un declassamento, almeno nelle priorità dell’Esecutivo Ue e di una semplificazione che c’è solo sulla carta.
Per meglio dire, è una semplificazione per la Direzione generale agricoltura della Commissione, mentre per i Consorzi gli interlocutori dentro le istituzioni europee per risolvere le questioni pratiche potrebbero moltiplicarsi invece di ridursi.
La Commissione europea vuole delegare parte del processo di autorizzazione delle dop e igp all’Ufficio europeo dei brevetti (Euipo). Su questo punto quindici Paesi, tra cui Italia e Spagna, hanno presentato una posizione chiara all’ultimo Consiglio agricoltura Ue: la procedura di autorizzazione di dop e igp non va cambiata e i soli interlocutori devono restare lo Stato membro e la Commissione.
Altro punto interessante: la Commissione indica una definizione di «evocazione» di denominazione protetta che limita l’accezione ampia del termine data finora dalla Corte di Giustizia Ue.
Fino a oggi sono stati i tribunali a decidere in merito, caso per caso. Per esempio, la Corte Ue in passato ha giudicato un’evocazione fraudolenta di un nome protetto anche per prodotti diversi, come una catena dei ristoranti. Il fatto che l’evocazione possa confondere il consumatore viene di solito deciso dai giudici nazionali.
Sulla base di questa giurisprudenza, per esempio, è molto probabile che la Corte non faccia mai passare la «menzione tradizionale» Prosek. La Commissione, invece, propone una definizione preconfezionata.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 12/2022
Dop e igp: riforma o smantellamento?
di A. Di Mambro L’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale