Il 2022 sarà l’anno del biologico in Europa. A gennaio entra in vigore il nuovo regolamento Ue del 2018 che, con la legislazione secondaria che avanza a fatica a Bruxelles, non sarà una passeggiata per gli operatori.
Nello stesso anno, inoltre, l’Ue intende cominciare la maggior parte delle 23 iniziative contenute nel suo Piano d’azione sul biologico 2021-27, articolate in tre assi: produzione, consumi e ricerca per l’ecosostenibilità.
Il piano prevede tra l’altro:
- campagne di comunicazione,
- sostegno specifico alla promozione per aumentare la domanda,
- educazione con i nuovi programmi latte e frutta nelle scuole e i prodotti bio come requisito minimo per gli appalti pubblici verdi nelle mense arriveranno dal 2023.
- organizzazione dei produttori,
- biologico come parte degli ecoincentivi Pac,
- sensibilizzazione sulle possibilità della certificazione di gruppo prevista dal regolamento del 2018, per aumentare l’offerta, senza spezzare l’equilibrio con la domanda che oggi rende un prezzo premium per l’agricoltore bio.
In realtà, nessuno conosce il reale impatto sul mercato dell’obiettivo Ue del 25% delle superfici agricole coltivate con metodo biologico. Ecco perché è così importante «garantire che la domanda stimoli la crescita del settore» ha detto il commissario Ue all’agricoltura Janusz Wojciechowski.
Il terzo asse delle iniziative della Commissione si basa sulla ricerca. Lo scopo è di rendere ancora più sostenibile l’agricoltura bio, farne una specie di apripista per la sostenibilità dell’intera agricoltura europea. «Il settore viene criticato per l’uso di rame e plastiche, e allora vogliamo finanziare ricerche per superare questi problemi» spiega una funzionaria della Commissione.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 12/2021
Biologico: la strategia europea per far crescere produzione e consumi
di A. Di Mambro
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