La svolta c’è, anche se di certo al momento c’è solo l’appello al dialogo.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dedicato all’agricoltura e agli agricoltori una parte non esigua del – forse – ultimo discorso sullo Stato dell’Unione.
«Troppe volte gli agricoltori sono stati incolpati del cambiamento climatico, mentre voi siete i custodi della terra e le prime vittime del cambiamento climatico», ha rilanciato il 19 settembre in occasione di una grande conferenza del Ppe sul futuro dell’agricoltura UE e per creare un «Farmers Deal» per sostenerla.
Cooperare con l’agricoltura
«Dobbiamo guardare in faccia le sfide dell’agricoltura, ma per farlo abbiamo bisogno di una cooperazione più stretta con il settore e questo sarà essenziale per la nuova fase del Green Deal», ha sottolineato von der Leyen.
La nuova fase sarà all’insegna del «dialogo strutturato» con tutti i settori.
«I nostri obiettivi per proteggere natura e biodiversità restano gli stessi, ma troveremo insieme a voi soluzioni su misura per il vostro sostentamento», ha specificato von der Leyen.
Utilizzo dei dati e delle infrastrutture digitali per aumentare la sostenibilità del settore primario, e le nuove tecniche di modifica del DNA delle piante, sono le proposte che la numero uno della Commissione ha ricordato per «aiutare i giovani a portare innovazione nel settore agricolo».
Ora si attendono i fatti. Nel suo discorso per il Ppe, von der Leyen ha continuato a dare molta enfasi alla consultazione sullo status del lupo come specie protetta come banco di prova di questo dialogo, invitando le comunità rurali a contribuire. E poi ci sono i dossier aperti.
La sensazione è che il nuovo coordinatore per il Green Deal, Maros Sefcovic, non prema sull’acceleratore come Frans Timmermans.
Ma le proposte sono sul tavolo. Come quella per la riduzione degli agrofarmaci, per esempio. Su cui la presidenza spagnola frena e i cui sviluppi nell’Europarlamento non sono ancora chiari.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 30/2023
Dal Green Deal al «Farmers Deal»?
di A. Di Mambro
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