Stati membri e Regioni potranno reindirizzare fino all’1% delle dotazioni dei Programmi di sviluppo rurale (Psr) per assegnare ad aziende agricole e imprese agroalimentari, rispettivamente, fino a 5.000 euro e 50.000 euro.
La misura è stata confermata oggi dalla Commissione UE nell’ambito del pacchetto anticrisi per gli agricoltori alle prese con le conseguenze dell’epidemia di Covid-19.
Gli Stati membri e le Regioni dovrebbero includere la misura nei loro Programmi di sviluppo rurale mediante una modifica, trasferendo fondi da altre misure entro il 31 dicembre 2020. Si tratta quindi di fondi già destinati all’agricoltura.
«Durante l’emergenza sanitaria legata a Covid19 – ha dichiarato a L’Informatore Agrario Paolo De Castro, membro delle Commissioni agricoltura e bilancio del Parlamento Europeo – l’agroalimentare è il secondo settore, dopo la sanità, riconosciuto di valore strategico dall’azione politica e dalla pubblica opinione. Non solo in Italia ma nell’intera Europa ovvero un bacino di 470 milioni di abitanti. Questa dimensione strategica rende evidente la necessità di difendere maggiormente la capacità produttiva strutturale del settore primario: le nuove politiche come New green deal, Farm to fork e la stessa pac post 2020 non devono in alcun modo tradursi in una riduzione della produttività dell’agricoltura europea.»
Il pacchetto, annunciato il 22 aprile, comprende anche un aiuto all’ammasso privato per latte in polvere, burro, formaggio, carni bovine e ovicaprine, per un ammontare stimato di quasi 80 milioni di euro; deroghe ai piani nazionali per vino, olio, apicultura e distribuzione di alimenti sani nelle scuole; ma anche l’autorizzazione temporanea per le organizzazioni di produttori di ortofrutta e di altri settori d’introdurre misure anticrisi e gestirle in autonomia.