Contro le pratiche sleali l’Italia non s’è mossa

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Dal 2012, da quando cioè l’articolo 62 della legge n. 27 avrebbe permesso di intervenire contro le cosiddette «pratiche sleali», l’Italia non ha sostanzialmente fatto nulla, al contrario di altri grandi Paesi europei.

L’esistenza di forti squilibri tra poteri negoziali lungo la filiera alimentare, e la conseguente necessità di rafforzare la posizione dei produttori agricoli nella catena di approvvigionamento alimentare, è da anni all’attenzione dell’Ue e di molti Paesi.

Bruxelles ha approvato lo scorso anno una apposita direttiva che dovrebbe mettere finalmente ordine in questo campo, ma negli anni scorsi la lotta contro i comportamenti scorretti nei rapporti commerciali è stata interpretata in modi molto diversi.

In Francia, nel solo 2019 sono state effettuate 19.641 ispezioni e sono state applicate multe per oltre 4 milioni di euro. In Spagna, in sei anni l’attività ispettiva ha portato a 1.735 sanzioni per complessivi 10,5 milioni di euro.

E l’Italia? Nel nostro Paese dal 2012 sono state rilevate 6 infrazioni ed è stata comminata una sola multa da 26.000 euro.

I numeri parlano chiaro.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 41/2020
Pratiche sleali: in Italia il contrasto non c’è stato
di P.C. Tondo
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