Dal 2021 al 2026 saranno a disposizione 1.203,3 milioni di euro (1,2 miliardi) che il Ministero per le politiche agricole e forestali deve utilizzare per finanziarie il regime di aiuto dei contratti di filiera e di distretto, a favore dei seguenti settori: l’agroalimentare, la pesca e l’acquacoltura, la silvicoltura, la floricoltura e il vivaismo.
Si inizia con 200 milioni di euro per l’anno 2021, per poi arrivare a 300,83 milioni per gli anni 2022 e 2023, quindi si scende a 258,21 nel 2024 e 122,5 nel 2025, per chiudere con appena 20,33 milioni di euro per il 2026.
La legge che ha approvato gli investimenti complementari al Pnrr ha stabilito che il 25% della dotazione complessivamente disponibile è destinato alle produzioni biologiche italiane ottenute conformemente alla normativa europea e a quella nazionale di settore.
Le attività per impostare e strutturare i nuovi bandi sono iniziate e come prima mossa il Mipaaf, lo scorso 23 settembre, ha pubblicato una circolare, disponibile sul sito istituzionale nella sezione «Gare», con la quale ha avviato una consultazione tecnica con i vari portatori di interesse, come passo propedeutico per la pubblicazione dei successivi atti.
Per partecipare alla consultazione è necessario compilare un modulo di adesione e trasmetterlo al Ministero entro il prossimo 22 ottobre.
C’è una complicazione da considerare per utilizzare lo strumento dei contratti di filiera e di distretto: gli investimenti programmati devono superare una soglia minima di 4 milioni di euro e ciò costituisce una barriera non agevolmente superabile. Il tetto massimo è di 50 milioni di euro.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 31/2021
Contratti di filiera: una partita da 1,2 miliardi di euro
di E. Comegna
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