La fisionomia del futuro sistema dei pagamenti diretti nella nuova Pac è in larga misura nelle mani delle istituzioni politiche nazionali, le quali hanno a loro disposizione un margine decisionale talmente ampio da poter configurare il nuovo regime anche in modo completamente rivoluzionario rispetto alla situazione di oggi, ad esempio spingendo al massimo sul «pedale» della convergenza interna, fino ad arrivare alla soppressione definitiva dei titoli storici individuali.
Su questo delicato aspetto si evidenzia come, ad oggi, quattordici Stati membri dell’Unione europea abbiano introdotto il sistema della convergenza totale senza diritti all’aiuto. Gli altri tredici li mantengono in vita e, tra questi, l’Italia che si caratterizza per il valore assai elevato, rispetto alla media nazionale, di alcuni titoli storici.
L’approccio di base per l’applicazione a livello nazionale del regime dei pagamenti diretti è l’utilizzo di un importo uniforme per ettaro, uguale per tutti gli agricoltori di uno stesso Stato membro o per quelli localizzati in gruppi di territori che presentano condizioni omogenee.
Qualora l’Italia dovesse scegliere tale strada potrà decidere di far cessare la validità dei titoli storici dal 2023 oppure, come stabilito in un emendamento di compromesso, in uno degli anni successivi.
Se, viceversa, si dovesse decidere di utilizzare la deroga e mantenere i diritti individuali, sarà necessario attuare dal 2023 un processo di convergenza interna, facendo in modo che al 2026 tutti i titoli abbiano raggiunto almeno l’85% del valore medio nazionale.
Ma ci sono due altre grandi novità.
La prima è l’istituzione del regime ecologico, riservando ad esso il 25% del massimale nazionale, ma con elementi di flessibilità e di gradualità. Il nuovo strumento si fonda sull’erogazione di premi supplementari e indennità a favore di agricoltori che volontariamente decidono di attuare nelle loro aziende pratiche agricole sostenibili dal punto di vista ambientale.
Ogni Stato membro dovrà individuare una lista di eco-schemi da mettere a disposizione, tra i quali le imprese agricole scelgono quale o quali, eventualmente, mettere in atto.
La seconda novità è l’attribuzione del carattere obbligatorio al pagamento redistributivo, con un’aliquota del 10% sul montante nazionale dei pagamenti diretti. C’è però la possibilità per lo Stato membro di evitarne l’applicazione, qualora, nell’ambito del programma strategico nazionale, riesca a dimostrare che l’obiettivo della distribuzione risulti adeguatamente soddisfatto con gli altri interventi contenuti nel primo pilastro della Pac.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 23/2021
Come cambieranno i pagamenti diretti
di E. Comegna
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