Cala la scure sulla produzione oleicola italiana

Olio in uscita dal frantoio

Le prime stime Ismea per il 2018 parlano di una produzione nazionale di olio attorno a 265.000 tonnellate, il 38% in meno rispetto alle 429.000 tonnellate dell’anno precedente. La flessione italiana si affianca a quella di altri importanti produttori del Mediterraneo, Grecia e Tunisia in primo luogo, che lo scorso anno avevano avuto volumi molto elevati. Stessa situazione per la Turchia.

Sulla pesante flessione della produzione 2018 pesano sia la naturale alternanza “carica” e scarica”, sia le cattive condizioni climatiche che si sono susseguite dall’inverno in poi e che hanno provocato prima danni da gelo e poi hanno favorito gli attacchi dei patogeni. A livello territoriale si ha praticamente una divisione netta tra Centro-nord e Sud. Al Nord si prevede un recupero di oltre il 30% grazie alla buona situazione della Liguria, mentre il Centro potrebbe avere una lieve flessione legata alle problematiche di Lazio e Abruzzo che non sono compensate dagli aumenti stimati in Umbria e Toscana.

A pesare, comunque, è la situazione al Sud dove si produce oltre l’80% del totale nazionale e che quest’anno potrebbe vedere praticamente dimezzati i volumi della campagna passata. Solo con i primi riscontri dei frantoi sulle rese che, già da ora, si prevedono inferiori rispetto allo scorso anno, si comincerà ad avere maggior evidenza della reale situazione nel Nord della Puglia, vero e proprio bacino olivicolo nazionale che ha fatto i conti con una delle peggiori situazioni atmosferiche degli ultimi decenni. Alla flessione produttiva, comunque, fa eco da subito l’innalzamento dei listini, anche se tutto dipenderà dalle notizie che proverranno dalla sponda iberica del Mediterraneo.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 37/2018 a pag. 30
Cala la scure sulla produzione di olio d’oliva italiano
di T. Sarnari
L’articolo completo è disponibile anche sulla Rivista Digitale