Gli esportatori britannici di carne si sono uniti ai pescatori per far presente che le loro esportazioni verso l’Europa vengono ostacolate dalle procedure doganali post-brexit. Lo scrive il quotidiano The Times.
Nelle ultime due settimane – riporta l’articolo del giornale inglese – prodotti freschi per centinaia di migliaia di sterline sono rimasti bloccati nei porti europei perché non avevano le carte in ordine. Un esportatore ha avuto cinque container di carne suina bloccati a Rotterdam per due settimane perché un certificato veterinario non era stato compilato correttamente.
Un altro – scrive ancora il Times -si è visto fermare cinque camion, ciascuno contenente 23 tonnellate di carne refrigerata del valore di 500.000 sterline, a Calais per tre giorni e gran parte della carne dovrà essere distrutta.
Gli esportatori inglesi hanno avvertito che i clienti del continente stanno cercando fornitori alternativi, visti i ritardi catastrofici per i prodotti deperibili. «Il nuovo sistema doganale post-brexit per i prodotti a base di carne è complicato, arcaico e attuato male» ha detto Nick Allen, dell’Associazione britannica dei trasformatori di carne.
Di fronte a notizie come questa si potrebbe commentare con una battuta: «avete voluto la bicicletta, adesso pedalate», ma in realtà c’è poco da ridere. Quando di creano delle frontiere i problemi ci sono per tutti ed è sicuro che le difficoltà ci saranno anche per le merci che attraversano la Manica dall’Europa alla Gran Bretagna.
L’unico aspetto positivo della Brexit potrebbe essere, si spera, quello di essere un monito per chi volesse proseguire sulla strada del «da soli è meglio».