L’agricoltura, soprattutto l’allevamento intensivo, deve essere esclusa dalle attività economiche «verdi» nel nuovo atto delegato della cosiddetta «tassonomia».
Lo chiedono con una lettera aperta alla Commissione europea 25 ong, tra cui Wwf, Birdlife e Compassion in World farming. L’Esecutivo UE sta infatti preparando un nuovo regolamento con i criteri tecnici affinché le attività economiche possano essere considerate sostenibili per ambiente e biodiversità. L’agricoltura, esclusa dal primo atto delegato, quello sui cambiamenti climatici che riconobbe nucleare e gas come sostenibili, potrebbe essere tra i settori interessati dal nuovo provvedimento.
«È fondamentale che l’atto delegato alla tassonomia non riconosca la produzione industriale di bestiame come un’attività sostenibile dal punto di vista ambientale» afferma l’economista del Wwf Europa, Sebastien Godinot. «La Commissione – aggiunge – deve allinearsi con le schiaccianti prove scientifiche che l’agricoltura intensiva danneggia l’ambiente o non agire affatto. Non avere un Atto Delegato sull’agricoltura è meglio che averne uno che riconosce come sostenibili attività che invece non lo sono» sostiene il rappresentante del Wwf.
Sempre su questo tema c’è da segnalare le dichiarazioni in Parlamento della capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra Luana Zanella, insieme alla co-portavoce di Europa Verde Eleonora Evi, durante il question time della Camera della scorsa settimana. «Gli allevamenti intensivi, sempre più diffusi nel nostro Paese per soddisfare i crescenti consumi di massa di prodotti di origine animale, dalla carne alle uova ai latticini vanno fermati: occorre una moratoria per impedire l’allargamento di quelli esistenti e aprirne di nuovi» hanno affermato.
«Ci preoccupa – hanno aggiunto – che durante il question time il ministro Lollobrigida abbia sostenuto la necessità di contemperare ecosistema con esigenze alimentari. In realtà un terzo del cibo prodotto finisce nella spazzatura».