Dopo mesi di trattative, potrebbe arrivare nelle prossime settimane il via libera dell’UE al rinnovo di autorizzazione per l’uso in agricoltura dei composti rameici: già a metà novembre – ma la data è da confermare – Commissione europea e Paesi UE potrebbero trovare un accordo per un’autorizzazione all’impiego di 4 chili per ettaro all’anno per sette anni, mantenendo la flessibilità, il cosiddetto lissage, da un anno all’altro garantita dalle regole attuali.
Dopo che nel Comitato pesticidi alcuni governi avevano bloccato il voto perché contrari proprio alla flessibilità, la Commissione ha deciso di introdurre piccoli cambiamenti al regolamento in esame, con la possibilità per i diversi Paesi di adottare limiti massimi per anno alla flessibilità oppure fissare, sempre che lo vogliano, un tetto massimo di 4 kg/ha per anno.
I composti rameici, essenziali soprattutto all’agricoltura biologica, sarebbero così autorizzati per il periodo massimo possibile per una sostanza «candidata alla sostituzione», appunto sette anni, con una riduzione dei limiti all’impiego da 6 a 4 chili l’ettaro l’anno. Ma mantenendo il lissage cioè la possibilità, prevista dal 2008 per le colture perenni del settore biologico, di distribuire i limiti di impiego su diversi anni, così da poter «recuperare» il prodotto non usato nelle annate buone per aumentare il volume delle applicazioni in quelle meno buone.
Se la Commissione avesse fatto proprie le conclusioni dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sulla persistenza, bioaccumulabilità e tossicità dei composti del rame, avrebbe dovuto proporre di vietare le sostanze. Le conclusioni di Efsa sono state criticate perché basate sulla stessa metodologia usata per le sostanze sintetiche, che non sarebbe idonea per i metalli.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 39/2018 a pag. 8
Sui prodotti rameici la Commissione UE sceglie un compromesso
di A. Di Mambro
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