Il pomodoro da industria rappresenta un modello di studio per il confronto dei sistemi colturali; tuttavia, la specie richiede elevati input e ciò può essere causa di rischi ambientali, sia per il suolo sia per le acque (Drinkwater et al., 1995).
Negli ultimi anni, per una maggiore uniformità di maturazione, un miglior controllo delle infestanti e degli stress abiotici e grazie all’impiego prevalente di ibridi F1, si preferisce ricorrere al trapianto piuttosto che alla semina del pomodoro da industria. Per il trapianto, usualmente, vengono impiegate plantule allevate in vivaio in plateau di polistirolo espanso su substrati torbosi.
Nell’ottica di ottimizzare i costi, razionalizzare il lavoro e aumentare la produttività, la densità di allevamento è tenuta elevata con conseguente ombreggiamento fra le plantule che causa allungamento degli internodi e «filatura» delle stesse. Ciò nonostante l’alta densità non è l’unico fattore che determina tale fenomeno: la filatura delle plantule in vivaio infatti è causata anche dall’alto contenuto in acqua all’interno delle cellule, dalle alte temperature con minori escursioni termiche (tra il giorno e la notte) e da applicazioni non controllate di fertilizzanti.
Stando alla normativa vigente, per il controllo della crescita delle plantule di pomodoro da industria non è possibile impiegare nessun tipo di sostanza chimica ad attività brachizzante capace di interferire con il metabolismo ormonale delle piante, ovvero in grado di ridurre i livelli di gibberelline, ormoni responsabili dell’allungamento cellulare.
In base alle conoscenze attuali sarebbe, pertanto, possibile controllare la filatura delle plantule solo attraverso una gestione razionale dei fattori che più la influenzano: densità di allevamento, condizioni di illuminazione, interventi irrigui e di fertilizzazione.
Non tutte queste tecniche, però, sono di immediata e facile attuazione, soprattutto da un punto di vista economico, in quanto richiedono alti livelli di automazione e specializzazione. La ricerca e la sperimentazione si stanno interessando a sviluppare nuove strategie e prodotti che permettano la produzione di plantule di pomodoro in modo sostenibile evitando il problema della filatura.
L’individuazione di prodotti naturali, capaci di contenere il fenomeno della filatura senza rinunciare a un’elevata densità di coltivazione, potrebbe agevolare l’allevamento, rendendo meno difficoltose le operazioni sopra evidenziate.
Tra le possibili alternative troviamo l’impiego di sostanze biostimolanti e in particolare di microrganismi e consorzi microbici.