La fertirrigazione è senza dubbio una tecnica che aiuta il coltivatore a massimizzare le rese, a migliorare la qualità, a ridurre gli sprechi di acqua e concimi, ecc. In sintesi a raggiungere un maggior profitto, soprattutto per le colture orto-frutti-floro-vivaistiche, sia in serra che in pieno campo, sia su terreno che in fuori suolo.
La formula nutritiva identifica la concentrazione dei vari ioni che saranno presenti nella soluzione fertirrigante che si fornisce alla pianta (tabella 1). La pianta assorbe in maniera selettiva i nutrienti (quindi in parte indipendentemente dalla loro concentrazione esterna) ma è dimostrato che certi rapporti ionici nella soluzione circolante possono influenzare il tasso di assorbimento dei nutrienti.
Ad esempio, sono noti gli effetti antagonisti del potassio K+ verso l’assorbimento di calcio Ca++ e magnesio Mg++.
Il rapporto K/(Ca+Mg) (in milliequivalenti/L) è importante per evitare l’insorgere di disordini minerali. Il potassio è assorbito più facilmente rispetto a calcio e magnesio e il loro trasporto nella pianta è prevalentemente legato al flusso xilematico.
Quindi nella fase iniziale di radicazione e di allegagione il rapporto K/(Ca+Mg) è mantenuto fra 0,4 e 0,5, mentre nella fase finale della fruttificazione, si mantiene un rapporto intorno a 0,6-0,8.
Uno degli scopi della fertirrigazione è quindi quello di mantenere un giusto rapporto fra le concentrazioni a livello radicale degli ioni nutrienti e di quelli non essenziali (ad esempio il cloro Cl- e il sodio Na+). È importante in fase di pre-trapianto controllare (e semmai correggere) queste concentrazioni e successivamente, in fase di crescita della coltura, mantenerle utilizzando una ricetta nutritiva con concentrazioni simili a quelle di assorbimento della pianta in quella fase.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 16/2019
Fertirrigazione: guida ai migliori risultati in serra e pieno campo
Di S. Fritegotto
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