In campo cerealicolo negli ultimi decenni il miglioramento genetico ha garantito varietà di frumento sempre più produttive e qualitative in concomitanza però di un aumento della complessità delle tecniche di coltivazione. Non è più possibile pensare di coltivare ogni anno i propri appezzamenti di frumento con lo stesso piano di concimazione e programmare gli interventi di difesa come l’anno precedente, perché le annate sono caratterizzate da una sempre maggiore variabilità climatica, si hanno peculiarità varietali da rispettare e la destinazione della granella prodotta può essere diversa.
Per studiare la relazione pianta-suolo-concime Horta srl da diversi anni effettua prove sperimentali volte a giudicare come rispondono le varietà a diversi apporti azotati (da 0 a 240 unità di azoto). Nel grafico 2 viene descritto un esempio su frumento duro e tenero di come le concimazioni a diverse dosi influenzano le rese e il contenuto percentuale delle proteine.
Nel quinquennio 2014-2018 al fine di studiarne l’efficienza, Horta srl ha testato su frumento duro i principali concimi azotati (urea, nitrato ammonico, urea con inibitore dell’ureasi, urea con inibitore della nitrificazione e solfato ammonico) in 2 epoche applicative: in fase di accestimento (nell’ambito di una strategia a 2 interventi) e di inizio levata (nell’ambito di una strategia a 3 interventi). Sia nel primo sia nel secondo caso i fertilizzanti testati hanno rappresentato il principale apporto stagionale.
Tra gli indicatori di performance nel definire le potenzialità di un concime è stato valutato, oltre la resa in granella, il contenuto proteico della stessa e l’NRF (Nitrogen recovery fraction), ovvero la percentuale di azoto che è stato assorbito dalla pianta rispetto al testimone non concimato.
Nel grafico 3 sono riportati gli effetti medi dei fertilizzanti testati per NRF, resa in granella e proteine (colonne). I segmenti verticali sulle colonne indicano l’intervallo dei risultati ottenuti dai singoli concimi rispetto alla media.
L’NRF dimostra come l’efficienza dei concimi a inizio levata è circa l’8% più alta rispetto all’applicazione in accestimento (69,9% contro 61,8%), ma anche che la scelta del tipo di fertilizzante è più importante nelle strategie a pochi interventi (accestimento) rispetto a quella a 3 interventi (inizio levata). Infatti, l’intervallo dei valori dei singoli fertilizzanti è più ampio (segmento verticale) nelle applicazioni all’accestimento piuttosto che in quelle a inizio levata.
Per completezza di informazione le performance più elevate all’accestimento sono state ottenute dall’urea con inibitori (ureasi e nitrificazione), mentre quelle inferiori dal fertilizzante liquido.
Nella strategia di inizio levata i fertilizzanti si sono comportati in modo molto simile. È importante notare che la maggior efficienza della fase di inizio levata si traduce in particolare in un aumento delle proteine.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 45/2018 a pag. 62
Come concimare per sfruttare il potenziale del frumento
di M. Ruggeri, P. Meriggi