La fertirrigazione è una tecnica produttiva sempre più utilizzata nonostante sia tutt’altro che semplice: unisce infatti due operazioni complesse come la fertilizzazione e la microirrigazione.
Per ottenere i migliori risultati in campo o in serra, l’industria dei fertilizzanti crea e mette a disposizione degli operatori agricoli prodotti tecnici specifici di elevata purezza e solubilità legati alla necessità di soddisfare le esigenze nutritive di colture sempre più specializzate, come ad esempio le colture in fuori suolo e idroponiche.
Ciò richiede un approccio tecnico all’utilizzo dei concimi idrosolubili e alla preparazione delle soluzioni nutritive madri tale che qualsiasi pressappochismo, tollerato in coltivazioni tradizionali, non è accettabile.
Tra le tante informazioni, a volte difficilmente reperibili, che un operatore deve conoscere riguardo ai concimi idrosolubili, solubilità e miscibilità/compatibilità sono due caratteristiche tecniche fondamentali.
Solubilità: come conoscerla
Sembrerebbe evidente che parlando di concimi idrosolubili la solubilità sia sottintesa. Non è cosi evidente: l’etichetta di legge non considera questo dato e spesso sono le aziende produttrici a fornire questa indicazione (tabella 2).
È un dato di facile reperimento in bibliografia se lo si cerca per i sali semplici, ma diventa più difficile se lo si cerca per i concimi NPK idrosolubili.
Le ditte produttrici spesso riportano questo dato in catalogo prodotti o nelle schede tecniche degli stessi, ma il problema per l’utilizzatore comune è come fare il confronto tra i differenti valori perché essi non sono uniformati da una norma di legge.
La legislazione spagnola ha già affrontato questa esigenza relativa ai fertilizzanti idrosolubili, dove definisce «solubile» un fertilizzante con un residuo insolubile in acqua a 15ºC, relativo alla maggiore dose di impiego raccomandata, inferiore allo 0,5%.
Miscibilità e compatibilità dei differenti concimi idrosolubili
È un’informazione importante per l’operatore e di facile reperimento in bibliografia. Le società produttrici spesso riportano questo dato in catalogo prodotti o nelle schede tecniche degli stessi (tabella 3).
Considerazioni pratiche per l’uso degli NPK
Utilizzare i concimi semplici idrosolubili (sali puri) per preparare una soluzione nutritiva madre e applicarla in fertirrigazione è considerata, da tecnici e agricoltori, l’approccio migliore per un contenimento delle spese, grazie al minore costo/unità fertilizzante del sale semplice rispetto al concime NPK idrosolubile. Nella realtà della pratica quotidiana si devono però affrontare situazioni legate a una manodopera scarsamente specializzata o al tempo limitato a disposizione dell’agricoltore per la preparazione delle miscele, che possono essere causa di errori nella preparazione della soluzione nutritiva.
La semplicità d’uso e il risparmio di manodopera, oltre alla riduzione di possibili errori, potrebbero far considerare il maggiore prezzo per unità fertilizzante accettabile e conveniente. Inoltre bisogna considerare che spesso i concimi NPK idrosolubili contengono anche i microelementi necessari in forma chelata e non, che altrimenti si dovrebbero aggiungere se si preparasse la soluzione nutritiva con i concimi semplici.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 38/2018 a pag. 50
Fertirrigazione: cosa sapere per farla al meglio
di S. Fritegotto
L’articolo completo è disponibile anche sulla Rivista Digitale