A fianco di azoto, fosforo e potassio, da tutti conosciuti come macroelementi fondamentali per la fertilità, sono necessari per la pianta anche altri nutrienti, classificati in meso e microelementi a seconda del quantitativo necessario alle diverse specie vegetali.
Di seguito riportiamo alcuni aspetti relativi alla gestione colturale del mesoelemento calcio (Ca), con particolare riguardo ai meccanismi di assorbimento e utilizzo nelle diverse parti della pianta.
Dotazione e assorbimento del calcio
Il calcio è un minerale molto diffuso in natura e in quasi tutti i tipi di terreno, nei quali è presente sotto forma di carbonato (CaCO3), solfato e altri minerali; nei suoli calcarei raggiunge le concentrazioni più elevate. La pianta assorbe l’elemento calcio come ione Ca2+ derivato da bicarbonati solubili; la disponibilità di calcio per le piante è correlata con il pH del terreno che a valori superiori a 7 determina una scarsa presenza di carbonati solubili, con probabili fenomeni di carenza; all’interno della pianta il calcio può trovarsi in forma solubile (solfato) oppure insolubile (ossalato).
Le funzioni di questo elemento fanno capo alla stabilità e all’integrità delle membrane cellulari, all’attivazione di alcuni processi enzimatici e alla inattivazione di alcuni composti tossici prodotti naturalmente dalle piante attraverso la respirazione.
A livello cellulare il calcio inibisce l’attività delle poligalatturonasi, enzimi in grado di degradare le pectine, mantenendo nei frutti un’adeguata consistenza della polpa e rallentandone i processi di senescenza (rammollimento). Il mantenimento di un adeguato grado di resistenza delle pareti cellulari determina nelle specie da frutto una minor suscettibilità alla rugginosità e ai fenomeni di cracking, specialmente su cultivar sensibili (ad esempio del ciliegio) e in annate con decorsi climatici sfavorevoli.
Causa e prevenzione delle carenze di calcio
In genere i terreni, eccetto quelli acidi, non presentano fenomeni di carenza di calcio, per cui questo elemento non rappresenta un fattore limitante, tuttavia l’albero può trovare difficoltà ad assorbire calcio per la competizione con altri elementi quali potassio, magnesio, azoto sotto forma ammoniacale (NH4 +) e rame.
Oltre a questo, la scarsa mobilità del calcio una volta assorbito può determinare situazioni di carenza localizzata nelle parti delle piante più difficilmente raggiungibili; la traspirazione dei tessuti è decisiva nella traslocazione del calcio in quanto l’elemento è trasportato solo attraverso lo xilema (vasi legnosi) e non il floema (vasi cribrosi).
Per questo motivo frequenti carenze si riscontrano a livello del frutto in quanto la traspirazione dello stesso è molto bassa e limitata alle prime fasi di sviluppo quando è ancora predominante la presenza, di tessuti giovani, verdi, in grado di fotosintetizzare e traspirare. Una volta iniziati i processi di maturazione e senescenza, la possibilità dei frutti di approvvigionarsi autonomamente di calcio è praticamente nulla.
Data la difficoltà di traslocazione di questo elemento, il sintomo di carenza è principalmente localizzato nelle zone della pianta ad accrescimento intenso, con evidenza nelle foglie giovani rispetto a quelle che hanno completato la loro crescita; la sintomatologia specifica fa riferimento a clorosi marginali, con accartocciamenti e successive malformazioni.
Particolare interesse riveste la carenza di calcio nell’insorgenza della butteratura amara delle mele, fisiopatia che si può verificare sia in campo sia nel post-raccolta.
Per quanto riguarda la prevenzione verso la butteratura amara nel melo, si consigliano apporti fogliari con prodotti a base di calcio, partendo da frutto noce fino a circa 20 giorni prima della raccolta. Il numero dei trattamenti varierà in funzione della sensibilità varietale, andando da un minimo di 2-3 fino a 5-6 interventi per le cultivar sensibili. Si suggerisce di aumentare il numero di interventi se si è in presenza di allegagione non elevata e grosse pezzature.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 15/2011
Calcio, magnesio e zolfo: la carenza si risolve in frutteto
di S. Foschi