Rischio rincaro per i concimi azotati

fertilizzante azotato

L a Commissione UE ha proposto l’aumento del dazio sui fertilizzanti russi e bielorussi per ridurre una vulnerabilità che si è fatta sempre più cospicua dall’inizio della guerra in Ucraina.
Il timore è che una dipendenza dagli input agricoli di Mosca si sostituisca a quella energetica.
Il prezzo del gas, essenziale alla produzione di fertilizzanti, continua però a essere convitato di pietra: oltre i 53 euro per MW/ora, ai massimi dall’ottobre 2023.
L’urea ha superato i 500 euro/t, dopo un 2024 stabile a 400.
I picchi del 2022-2023 sono ancora lontani, ma nonostante la forte domanda l’industria europea non ha ancora ripristinato i livelli produttivi prebellici: «nel 2024 era inferiore del 10-20% rispetto alla massima capacità», ci dice un funzionario UE.
La Commissione scommette che togliendo il mercato ai fertilizzanti russi l’industria europea produrrà di più.
Dopo l’aumento delle tariffe su cereali e semi oleosi russi, deciso lo scorso maggio, il nuovo regolamento impone dazi su tutti gli altri prodotti alimentari e agricoli importati dalla Russia e dalla Bielorussia.

Le reazioni delle associazioni

Secondo Copa e Cogeca l’aumento atteso per la prossima stagione è di 40-45 euro/t.
In Italia Confagricoltura ricorda che per la produzione agricola nazionale «non sussistono prodotti sostitutivi di uguale qualità in altri mercati».
«Non possiamo accettare un aumento dei costi che vada a penalizzare le nostre imprese», è il commento di Coldiretti e Filiera Italia.

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 05/2025
Rischio rincaro per i concimi azotati
di A. Di Mambro
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