Concimazione minerale dell’olivo mirata a resa e qualità

La concimazione degli uliveti è sempre stata una pratica basilare per la gestione razionale dell’oliveto. Scegliere un concime errato significa spendere molto oppure inquinare le falde freatiche e allo stesso tempo determinare carenze nutrizionali che vanno a compromettere le funzioni fisiologiche della pianta, nonché contribuire ad aumentare l’alternanza di produzione.

Ricordiamo che l’azoto è essenziale per una buona divisione cellulare, crescita e respirazione.

Il fosforo gioca un ruolo chiave nelle reazioni che coinvolgono ADP e ATP, essenziale per lo stoccaggio di energia e il trasferimento per il successivo utilizzo nei processi di crescita e riproduzione. Il fosforo, inoltre, è anche un importante componente strutturale, così come un componente degli zuccheri fosfati, acidi nucleici, nucleotidi, ecc.

Il potassio è richiesto come cofattore per oltre 40 enzimi; ha un ruolo nel movimento stomatale attraverso il mantenimento dell’elettro-neutralità nelle cellule vegetali. È richiesto per molte altre funzioni fisiologiche, ad esempio la formazione di zuccheri e amido, sintesi di proteine, normale divisione cellulare e crescita, neutralizzazione di acidi organici e coinvolgimenti in reazioni enzimatiche. Il potassio influenza il tasso di traspirazione attraverso la regolazione dell’apertura/chiusura stomatica.

Meso e microelementi: ruolo cruciale

Il magnesio è un nutriente secondario, ma anche un costituente cruciale delle molecole di clorofilla ed è richiesto, non specificamente, da un gran numero di enzimi coinvolti nel trasferimento dei fosfati. È coinvolto nella fotosintesi, metabolismo dei carboidrati, sintesi di acidi nucleici, correlati al movimento di carboidrati dalle foglie alle altre parti della pianta.

Lo zolfo è essenziale per la formazione delle proteine, come costituente degli aminoacidi cistina, cisteina e metionina. È richiesto per la formazione di clorofilla e per l’attività dell’ATP-sulfurilasi.

Il calcio è un costituente della lamella mediana della parete cellulare. È richiesto come cofattore attraverso alcuni enzimi coinvolti nell’idrolisi di ATP e fosfolipidi. È un importante elemento per lo sviluppo delle radici e il loro funzionamento, nonché un costituente delle pareti cellulari.

Il boro gioca un ruolo importante nello sviluppo della parete cellulare ed è importante nell’impollinazione, sviluppo dei frutti e traslocazione degli zuccheri.

Lo zinco attiva diversi enzimi ed è importante nella biosintesi delle auxine, come IAA.

Il ferro è un costituente dei citocromi. È coinvolto nella fotosintesi e nella fissazione di N2 e nella respirazione correlata alla deidrogenasi. È anche coinvolto nella riduzione di nitrati e solfati e nei processi di riduzione attraverso la perossidasi e aldolasi.

Il manganese è richiesto per l’attività della deidrogenasi, decarbossilasi, chinasi, ossidasi, perossidasi. È richiesto per l’evoluzione fotosintetica dell’O2, nonché coinvolto nella produzione di aminoacidi e proteine.

Il rame gioca un ruolo cruciale nello svolgimento di alcune funzioni chiavi come la respirazione e la fotosintesi.

Conoscere le asportazioni per nutrire con efficacia

Secondo Palese et al. (2012) un uliveto adulto (sesto 6 × 3 m) con una produzione di 25 kg/pianta ha le asportazioni medie riportate in tabella 1.


Le asportazioni medie sono da correlare a un’analisi chimico-fisica del terreno, la base per un piano di concimazione razionale e che prenda in considerazioni tutte le interazioni presenti nel suolo, in modo da mantenere nel terreno una disponibilità nutritiva proporzionata alle esigenze delle piante per un equilibrio tra attività vegetativa e produttiva.

Le restituzioni di elementi minerali devono essere decise in funzione dell’entità della produzione e del materiale di potatura misurate effettivamente nell’oliveto da fertilizzare.

Il valore delle asportazioni è pari alla somma del contenuto in elementi minerali della produzione e dei residui di potatura, quando bruciati o allontanati dall’oliveto. Il riutilizzo dei residui è importante soprattutto in assenza di problematiche fitosanitarie, perché attraverso la loro trinciatura si mira ad aumentare la sostanza organica del suolo, già molto carente in alcuni areali italiani.

Va ricordato che, ovviamente, la tecnica della trinciatura va di pari passo con la «non lavorazione» dei suoli agrari, sarebbe un grave errore interrare la biomassa trinciata sia per l’elevato contenuto in fenoli della stessa, sia perché essendo fortemente costituita da sostanze ligno-cellulosiche si andrebbe incontro a un depauperamento dell’azoto, fonte di vita per i microrganismi che degradano la sostanza organica e la portano verso l’umificazione.

Azoto: ruolo fondamentale

Nell’olivo l’azoto ricopre un ruolo fondamentale crescente che va dalla ripresa vegetativa, fioritura, allegagione e diventa massimo all’indurimento del nocciolo, momento che coincide con metà giugno circa, in funzione delle aree climatiche.

In funzione della domanda annuale di azoto si consiglia di frazionare le dosi tra post-raccolta (evitando di esagerare per non esporre la pianta ai rischi di gelate), ripresa vegetativa/mignolatura (momento in qui la piante attinge alle riserve interne) e indurimento del nocciolo, fase fenologica in cui, in ambienti semi aridi, è quasi impossibile che ci sia acqua tellurica che veicoli il concime.

Nelle fasi fenologiche sopra indicate, qualora si verificassero condizioni meteo avverse, si potrà sopperire mediante concimazione fogliare di supporto, additivata di biostimolanti che spesso fungono da carrier per l’inglobamento di molecole all’interno delle foglie.

Per quanto concerne il potassio e il fosforo, la domanda massima del primo elemento coincide a metà tra luglio e agosto, mentre il secondo ricade a metà tra giugno e luglio.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 41/2019
Nutrizione minerale dell’olivo: chiave per l’olio di qualità
di T. Vatrano
L’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale