La nuova Pac e le strategie del Green Deal propongono diverse nuove sfide ai settori «a monte» della produzione agricola, tra i quali quello dei fertilizzanti giocherà un ruolo da protagonista soprattutto alla luce dei principi del Farm To Fork, che punta a promuovere l’utilizzo delle più moderne tecnologie in agricoltura.
Questi argomenti sono stati al centro della Assemblea di Assofertilizzanti-Federchimica che si è svolta online lo scorso 21 maggio: «la nuova Pac chiede che gli agricoltori europei siano ancora più innovativi e le imprese del comparto dei fertilizzanti sono pronte ad aiutarli. Riteniamo inoltre che i Piani Strategici Nazionali offrano una importante opportunità con l’inclusione della strategia sulla conoscenza e innovazione agricola (AKIS – Agricultural Knowledge and Innovation Strategy) per promuovere la professionalizzazione, l’innovazione e la digitalizzazione nel settore agricolo» – ha detto in apertura dei lavori il presidente di Assofertilizzanti-Federchimica Giovanni Toffoli.
Green deal e impatto sulla fertilizzazione
Roberto Pretolani, professore del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, ha valutato le possibili conseguenze sull’impiego di fertilizzanti derivanti dalla riforma PAC e dal Green Deal: «l’insieme delle proposte in discussione delinea un mutamento radicale delle scelte da parte degli agricoltori e soprattutto delle loro modalità di coltivazione, con probabili conseguenze negative sulle quantità delle produzioni vegetali e sul loro valore. Focalizzando l’attenzione sulla spesa per i fertilizzanti minerali – ha continuato Pretolani – una nostra ricerca specifica per l’areale lombardo evidenzia che il sistema di impegni delle BCAA (Buone pratiche per il mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e ambientali), in particolare la 8 relativa alla Rotazione delle colture, in assenza di deroghe determinerà una riduzione per la spesa di concimi valutabile in un range tra l’11 e il 28%, con un conseguente calo dei ricavi anche per le aziende produttrici di fertilizzanti. È auspicabile che vengano previste delle forme di flessibilità nell’implementazione delle misure della nuova condizionalità al fine di consentire un’ottimale applicazione da parte delle aziende agricole» ha aggiunto.
L’importanza della negoziazione per l’agricoltura italiana
Durante la tavola Rotonda, alla quale hanno partecipato l’on. Pina Picierno, membro di diritto della Commissione AGRI del Parlamento europeo; Simona Angelini, direttore generale del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e Gianluca Nardone, direttore del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Ambientale Regione Puglia, è emerso chiaramente come i prossimi mesi saranno a dir poco decisivi per la nuova pac, soprattutto per negoziare in termini di flessibilità sugli aiuti verdi e sulla condizionalità ambientale.
Se da una parte infatti l’on. Picierno è al lavoro sui tavoli europei per introdurre nella nuova Pac anche una condizionalità sociale oltre che ambientale, insistendo sull’importanza che vengano rispettate le norme del lavoro per non incorrere in riduzioni dei finanziamenti, dall’altra Angelini è impegnata a far sì che il Piano Strategico Nazionale, strumento che rappresenterà il quadro di riferimento e di responsabilità a cui sottoporre l’attuazione del Primo e Secondo pilastro, si adatti alla diversità territoriale dell’agricoltura italiana. Tema quest’ultimo sottolineato anche da Nardone, che ha insistito inoltre sulla necessità che anche gli eco-schemi, cioè le pratiche volontarie di gestione ambientale virtuosa che l’agricoltore attua a fronte di un pagamento supplementare, offrano possibilità in linea con le varie agricolture che caratterizzano l’Italia da Nord a Sud.
«Sono convinto che i soggetti della filiera abbiano tutte le capacità necessarie per rispondere agli sfidanti obiettivi del Green Deal europeo. Le imprese del comparto dei fertilizzanti continueranno a investire per far sì che i prodotti possano essere pienamente integrabili non solo con le nuove tecnologie digitali e di precisione, ma anche all’interno degli eco-schemi, in un’ottica di sempre maggiore sostenibilità. Abbiamo di fronte a noi una grande opportunità per fare sistema e concorrere tutti a un obiettivo comune» ha concluso Toffoli.
Lorenzo Andreotti