Per produrre kiwi di elevata qualità organolettica e con le giuste caratteristiche di conservabilità l’impiego della fertirrigazione e di strumenti innovativi di monitoraggio della fertilità del suolo (azoto minerale disponibile misurato in tempi rapidi con lisimetri o sonde a suzione) e dello stato nutritivo della pianta (analisi fogliari eseguite già nella fase di allegagione) sono strumenti fondamentali e in grado di massimizzare l’efficienza della concimazione.
Nella gestione della concimazione dell’actinidia, soprattutto se in fertirrigazione, il giusto rapporto fra le tre forme azotate ureico, nitrico e ammoniacale va considerata in relazione alle diverse fasi fenologiche.
L’importanza della nutrizione ammoniacale
Osservazioni svolte per anni in pieno campo informano che sino alla fioritura-allegagione è consigliabile far prevalere leggermente nel rapporto di nutrizione quella ammoniacale. Ciò induce un rallentamento della crescita dei germogli, soprattutto di quelli a sviluppo illimitato (succhioni) e quindi uno sviluppo vegetativo più equilibrato che determina una migliore circolazione dell’aria, un minor numero di zone d’ombra nella chioma (condizione fondamentale per garantire una buona impollinazione sia anemofila sia entomofila) e un possibile risparmio nei costi della potatura verde.
Un maggior assorbimento di azoto ammoniacale in pre-fioritura contribuisce, assieme alle altre misure agronomiche del caso, a una prevenzione e a una più rapida risoluzione della clorosi ferrica già in pre-fioritura, garanzia del raggiungimento di standard qualitativi imprescindibili (minor presenza di frutti albini, pezzatura maggiore, grado Brix e sostanza secca adeguata, ecc.).
Un’eccessiva disponibilità di nitrati nella soluzione circolante del suolo, soprattutto in pre-fioritura, determina una sua presenza elevata nello xilema, dove tale ione provoca un’inattivazione biologica del ferro e peggioramento della clorosi. Si ricorda che in questa specie l’attività dell’enzima nitrato riduttasi non aumenta in funzione di quantità crescenti di azoto nitrico e, mancando l’adeguata riduzione nelle radici, si va in eccesso e ciò segnala la necessità quindi di frazionare l’azoto in piccole quantità impiegando se possibile la fertirrigazione.
Una maggior quantità di azoto ammoniacale assorbita determina inoltre un’acidificazione della rizosfera (emissione di protoni dalle radici) e maggior biodisponilità di ferro e manganese, elementi chiave per la fotosintesi nelle varietà a polpa verde e gialla.
Dall’allegagione in poi, con temperature più elevate del suolo, il rapporto di fertirrigazione dovrà essere equilibrato fra le tre forme con una leggera prevalenza di quella nitrica.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 38/2018 a pag. 54
Fertirrigare il kiwi per migliorare resa, qualità e conservabilità
di F. Pelliconi
L’articolo completo è disponibile anche sulla Rivista Digitale