Quella che noi chiamiamo «acqua», anzi spesso sentiamo parlare addirittura di «acqua pura», in realtà è una soluzione di sali, o meglio di ioni, cioè atomi carichi elettricamente, che talvolta sono anche degli elementi nutritivi per le piante, ad esempio calcio (Ca++), magnesio (Mg++) e solfati (SO4=), ecc.
Altri sono ioni in gran parte dannosi per la coltivazione delle piante, ad esempio i bicarbonati (HCO3 -), i quali tamponano la reazione pH dell’acqua e possono determinare (ad alti valori) la precipitazione, cioè l’indisponibilità, di molti elementi, soprattutto microelementi, indispensabili per il metabolismo vegetale.
Altri ancora sono ioni tossici per la maggior parte delle colture, come ad esempio il sodio (Na+) e il cloro (Cl-). Normalmente sono del tutto assenti i principali elementi nutritivi richiesti dalle piante, a cominciare dalla triade N-P-K, cioè azoto, fosforo e potassio, quindi la definizione esatta, di quella che noi comunemente chiamiamo «acqua irrigua», o addirittura «acqua pura», è in realtà «una mini soluzione nutritiva».
Per esempio, si può considerare un’acqua a bassissima salinità, con una E.C. o elettro-conducibilità pari a soli 300-400 microS/cm o 0,3-0,4 mS/cm. Eppure, anche un’acqua così «pura», potrebbe contenere 1,00 mmol/L di calcio (Ca++) o anche più, circa un 1/3 o 1/4 del calcio necessario per fertirrigare delle fragole in fuori suolo o su un terreno con il 90% di sabbia (1,00 su 3,00-4,00 mmol/L richieste dalla formula della ricetta nutritiva).
Un’altra acqua invece, potrebbe avere una E.C. molto alta (1,5-2,0 mS/cm), quindi in grado di fornire una parte dei nutrienti richiesti da una coltura. Per esempio, per il pomodoro (1,5-2,0 mS/cm su 2,5-3,5 mS/cm di E.C. totali della ricetta), addirittura anche il 100% del magnesio (1,5 mmol/L) e il 60-100% del calcio (4,0-6,0 mmol/L), che a questo punto non verranno aggiunti all’acqua con i fertilizzanti.
Se qualcuno si dovesse trovare a disagio con unità chimiche come le mmol/L (millimoli/L) o i meq/L (milliequivalenti/L), ricordo che in chimica agraria è fondamentale esprimere le analisi delle acque e le formule delle ricette nutritive in composizioni millimolari, soprattutto per una comodità di calcolo.
Poi sarà sufficiente moltiplicare le concentrazioni millimolari per il peso atomico dell’elemento chimico o per il peso molecolare della sostanza fertilizzante e ottenere il peso in mg/L del fertilizzante da usare.
Analisi dell’acqua fondamentali
I risultati analitici dell’acqua irrigua sono indispensabili per poter calcolare e bilanciare la corretta quantità di fertilizzanti da impiegare per preparare una soluzione fertirrigante in funzione delle specifiche formule nutritive. In funzione del valore analitico dei bicarbonati, è necessario calcolare la quantità di acido necessario per la loro neutralizzazione, al fine di portare l’acidità finale della soluzione nutritiva a valori di reazione pH compresi tra 5,5-6,2.
A tale scopo viene normalmente utilizzato l’acido nitrico (HNO3) in modo da ottenere anche un’azione nutrizionale azotata. Viene anche utilizzato l’acido fosforico (H3PO4) che avrà anche una conseguente nutrizione fosfatica.
Altro parametro da tenere in considerazione nella preparazione della soluzione nutritiva è il valore della conducibilità elettrica o salinità (E.C.), che deve essere mantenuta entro valori che variano da 1,4 a 2,6 mS/cm, e anche più, nella soluzione finale, in funzione del tipo di coltura.
Le problematiche legate all’acqua possono essere anche di tipo fisico, chimico e biologico. In linea di massima sono riconducibili a materiali solidi come la sabbia, a sostanze chimiche come i bicarbonati e a organismi come batteri e alghe.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 16/2019
Fertirrigazione: guida ai migliori risultati in serra e pieno campo
Di S. Fritegotto
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