La gestione integrata delle infestanti nei vigneti è una pratica indispensabile per contenere lo sviluppo delle specie più competitive e che ostacolano le operazioni colturali e di raccolta.
Nella maggior parte delle superfici coltivate si sono specializzate le pratiche di inerbimento controllato tra le file, mentre sotto le file in localizzazione in banda sempre più ristretta (sulla base della sensibilizzazione per la salvaguardia ambientale) viene eseguito il diserbo chimico. Sono impiegati in prevalenza i prodotti fogliari di contatto oltre che sistemici, anche se con la revoca di glufosinate ammonio e diquat si dovranno rivedere le strategie a duplice azione erbicida e spollonante. L’integrazione di dosi ridotte degli erbicidi residuali durante la fine dell’inverno permette di ridurre il numero degli interventi nel periodo primaverile-estivo.
Le applicazioni del periodo estivo fino a tutto l’inverno sono ormai cadute in disuso per ridurre l’impatto ambientale. Si salvaguardano, invece, gli interventi che precedono la ripresa vegetativa fino alla raccolta. I moderni impianti, caratterizzati da una maggior densità di investimento e da una presenza di vegetazione più bassa, richiedono una maggior accuratezza degli interventi per ridurre i danni delle malerbe e il disagio da parte delle macchine e degli operatori durante le operazioni colturali e la raccolta.
Con i portinnesti più superficiali e l’aumento delle temperature estive, inoltre, sono richiesti con maggior frequenza gli interventi irrigui, che preferibilmente vengono effettuati in localizzazione sulla fila. Durante la stagione primaverile ed estiva questo determina una maggior emergenza delle malerbe e un più rigoglioso sviluppo delle più problematiche specie macroterme. Ciò richiede una maggior attenzione nella pratica di diserbo, con strategie che prevedano semplificazione degli interventi mediante miscele di sostanze attive a triplice funzione erbicida fogliare e residuale, nonché spollonante.
Gestione integrata
La gestione integrata della flora spontanea più dannosa varia in funzione dell’età e della vigoria degli impianti, nonché delle caratteristiche pedoclimatiche degli ambienti di coltivazione.
Nei giovani impianti si ricorre in genere al diserbo chimico sulle file, mentre nelle interfile si effettuano lavorazioni meccaniche indipendentemente dal contesto pedoclimatico, o eventualmente si lascia inerbire con specie selezionate o spontanee.
Negli impianti in produzione la tendenza è quella di estendere sull’interfila la pratica dell’inerbimento temporaneo o permanente con specie seminate o più di frequente autoctone, selezionate mediante le frequenti trinciature che favoriscono lo sviluppo e la diffusione delle essenze graminacee. Sulla fila si può praticare il diserbo chimico dalla fine dell’inverno, prima della ripresa vegetativa, fino al periodo che precede la raccolta. Qualora sia necessario procedere alla bonifica delle malerbe perennanti più dannose, è possibile intervenire prima della caduta delle foglie.
Nel periodo primaverile-estivo è necessario ricorrere alle applicazioni a congiunta azione erbicida e spollonante.
Scelta degli erbicidi
Le applicazioni erbicide autunnali si possono rendere necessarie qualora siano sfuggite malerbe perennanti o l’andamento climatico estivo sia stato favorevole allo sviluppo della flora infestante, in particolare nei terreni più fertili e nei giovani impianti.
Più di frequente il contenimento delle malerbe può essere effettuato a fine inverno prima della ripresa vegetativa, mediante il ricorso a prodotti ad azione fogliare (disseccanti o devitalizzanti), da soli o in miscela con i residuali allo scopo di assicurare una maggiore azione nel tempo e ridurre il numero degli interventi. Il mantenimento della superficie sottofilare del terreno pulita dalle malerbe per tutto l’arco della primavera riduce la competizione delle malerbe ed evita di arrecare danni alle parti verdi con l’impiego degli erbicidi fogliari ad azione totale.
Altro aspetto determinante è la scelta del più opportuno momento di intervento in funzione di decorso climatico, grado di inerbimento, altezza degli impianti, stadio di sviluppo delle malerbe, ma soprattutto la scelta delle attrezzature e degli erbicidi più idonei e dei relativi accorgimenti onde evitare danni da fitotossicità.
Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 5/2018
Il controllo delle infestanti sino alla ripresa vegetativa
Di M. Fabbri, G. Campagna
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